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Nella lotta all’emergenza sanitaria l’impegno dei colossi dell’informatica fa la differenza. Enrico Cereda, presidente e ad di Ibm, ha annunciato dalle colonne del Corriere della Sera l’alleanza con gli Stati Uniti attraverso l’High Performance Computing Consortium, che mira a riunire tutti i più potenti computer del mondo contro il coronavirus. Sul fronte italiano, tra didattica, skills, social impact e cybersecurity, Cisco è al lavoro per consentire a scuole, imprese e istituzioni la prosecuzione seppur parziale delle attività. Formiche.net ne ha parlato con Agostino Santoni, ceo di Cisco Italia.

Cisco, è stata tra le prime aziende a rispondere all’appello del ministero per l’Innovazione per fronteggiare la crisi generata da Covid-19 aderendo all’iniziativa Solidarietà Digitale

Ci sono svariati aspetti da tenere in considerazione, il digitale in queste settimane come non mai ha dimostrato la sua importanza nel funzionamento del Paese. Oggi buona parte dei processi “fisici”, dalle imprese alle amministrazioni pubbliche, sono state trasportate tutte su piattaforme digitali.  La resilienza delle infrastrutture è incredibile e siamo molto orgogliosi di essere partecipi di questo momento. C’è un aspetto dove, secondo me, il progetto Solidarietà digitale è stato fondamentale ed è la velocità, per questo motivo abbiamo apprezzato la tempestività con cui il ministro Pisano e il suo team sono intervenuti. Rapidità che abbiamo recepito e abbiamo fatto nostra, in un contesto dove la capacità di prendere decisioni e adottarle in modo veloce è un fattore critico di successo.

Ci spieghi meglio.

In pochissimi giorni – da quando è stata lanciata l’iniziativa Solidarietà digitale – abbiamo ricevuto oltre centinaia di richieste da parte delle aziende e siamo riusciti, insieme ai nostri partner, a rispondere immediatamente e questo è stato – almeno per noi – un ottimo insegnamento per la gestione di una crisi. Queste aziende in pochissime ore o giorni hanno avuto la possibilità di riprendere almeno parzialmente le loro attività grazie appunto alla piattaforma Webex, garantendo ai propri dipendenti uno dei fattori più critici in questo momento – almeno secondo me – ovvero l’interazione tra le persone. La velocità e la disponibilità di tecnologie, in questo caso basate sul cloud sono stati – nel piccolo – fondamentali per il funzionamento dell’economia.

Come vi state muovendo per la trasformazione digitale del Paese in questo momento di emergenza?

Quello che abbiamo fatto in queste settimane è stato accelerare la collaborazione con il governo italiano e le altre realtà, tra cui i ministeri, le regioni, le città. Quindi, da una parte le imprese, dall’altra parte le skills, con un impegno concreto, ormai sono migliaia le scuole che utilizzano la nostra piattaforma. A Torino insieme alla sindaca è stato lanciato il progetto “Torino City Love”. Abbiamo installato nelle case di cura per gli anziani – oggi i soggetti maggiormente impattati dal virus – un dispositivo per la telepresenza per poter comunicare in modo efficace con i propri familiari. Un piccolo esempio di come la tecnologia riesce a far recuperare una parte così importante dal punto di vista emozionale, appunto il contatto tra le persone. Da ultimo, ma non ultimo, con Cisco Academy all’interno del penitenziario di Bollate abbiamo lanciato la sperimentazione di videocolloqui sempre su Webex, così i detenuti hanno potuto vedere e parlare con i propri familiari. Qui la tecnologia ha quindi permesso di riavvicinare detenuti e famiglie e sono già 35 gli istituti di pena che ne beneficiano.

Ibm, Enel, Snam, Tim sono diversi i partner con cui state progettando le città “smart” del futuro. Dalle smart grid, alla scuola, alle reti intelligenti. A che punto siamo come sistema-Paese?

Stiamo vivendo oggi quello che è stato oggetto di tante conversazioni in passato, dalla banda ultra larga allo smart working, dall’apprendimento a distanza alla cybersecurity. A mio avviso guardando a cosa succederà dopo il tema vero è in quanto tempo porteremo queste tecnologie in modo pervasivo dovunque. Questo sarà il fattore di successo di un Paese ed è fondamentale per aumentare la nostra competitività e rappresenta forse l’eredità di questo momento così tragico, ma, allo stesso tempo, così importante per il digitale. Il mio auspicio è che il digitale sia una componente fondamentale e abilitatore del percorso di ripresa e di accelerazione dell’economia alla ripartenza. Ed è per noi una sfida motivante.

Non soltanto cloud, ma anche intelligenza artificiale, Internet Of Things, big data. Il futuro di Internet o l’Internet del futuro sarà sempre più iperconnesso. Si rende prioritario garantire la sicurezza di dati e contenuti condivisi. Come?

È evidente che in queste settimane il cybercrime non si è certo messo in pausa, anzi sta prendendo beneficio di potenziali falle del sistema, un po’ dovunque, dalle scuole alla sanità. Quando abbiamo pensato di rendere gratuite le nostre piattaforme in questo periodo, abbiamo deciso di renderle tutte gratuite anche quelle di cybersecurity, perché tutte le aziende e amministrazioni pubbliche necessitano di un ambiente sicuro per l’accesso. Oggi quindi il tema della cybersecurity è ancora più fondamentale, e Cisco ha l’ambizione di essere protagonista per rendere il nostro Paese più sicuro. Anche per queste ragioni abbiamo inaugurato appena qualche mese fa, a Milano il primo centro europeo dedicato alla cybersecurity.

Smart working, e-scuola, cybersecurity. La cura digitale al Covid-19 secondo Santoni

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