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“Nonostante gli sforzi concertati del governo degli Stati Uniti per indebolirci, noi siamo cresciuti e continuiamo a creare valore per i nostri clienti”, ha scritto nella lettera ai dipendenti Eric Xu, il presidente di Huawei, colosso tecnologico cinese che è al centro di un dossier molto complesso sollevato dagli americani. Ma la società rallenta e per il prossimo anno l’obiettivo è fissato nel riuscire a sopravvivere alla morsa in cui è stata stretta dagli Usa. Washington – intelligence e Pentagono, e sulla linea sono compatti tutti i congressisti in forma bipartisan – ritiene che la società di Shenzen lavori per il governo cinese. Ne sono stati ricostruiti collegamenti, sempre smentiti sia dalla compagna che da Pechino, e in particolare sono state tracciate linee di continuità tra lo spionaggio cinese e Huawei.

Gli Usa – ma l’analisi è condivisa anche da altri servizi occidentali, e recentemente ripresa in Italia con un report del Copasir – credono che la società lasci aperte backdoor all’intelligence del Dragone e passi dati di ogni genere dei propri utenti al sistema composito che articola lo spionaggio della Cina. Tasselli su tasselli che servono a ricostruire abitudini e preferenze delle masse – in modo da poterle poi veicolare per costruire un’opinione pubblica favorevole – ma anche segreti di livello più elevato. È per questo che gli americani hanno chiesto a tutti gli alleati di evitare di far entrare Huawei nel business del 5G, la nuova tecnologia che implementerà in modo esponenziale le potenzialità dei trasferimenti dati da mobile.

Gli Stati Uniti vedono in Huawei un nemico strategico, il vettore attraverso cui la Cina – potenza rivale con cui hanno ingaggiato un confronto globale – potrebbe entrare in possesso di informazioni sensibili scambiate tra alleati. La Cina usa l’azienda come uno dei principali vettori per fronteggiare Washington. In ballo questioni che possono riguardare l’intelligence e la politica, ma anche segreti industriali. L’accusa gigantesca che muovono gli Usa è che la Cina nel corso degli ultimi decenni si sia avvantaggiata sul pano dello sviluppo tecnologico proprio grazie ai furti di proprietà intellettuale e lo spionaggio industriale.

Da lì sarebbe partita per lo sviluppo dei proprio progetti. Huawei potrebbe essere un mezzo enorme di queste pratica, approfittando dell’infinita potenza della nuova rete 5G – che per capirci è quella che permetterà l’integrazione dei sistemi di intelligenza artificiale, la robotica e l’Internet of Things. L’azienda cresce, sottolinea Xu nel suo messaggio – che ha chiaramente un valore aziendale, ma anche un significato politico. Il 2020 sarà un “anno difficile”, anticipa ai dipendenti, ma il 2019 s’è chiuso con un +18%. Ma il dato è inferiore alle previsioni e alla crescita del 2018 che era stata del 19,5%. Tant’è che il presidente sottolinea che da domani “la sopravvivenza sarà la nostra priorità”, un passaggio pesante: Huawei risente dell’isolamento in cui gli Stati Uniti stanno cercando di metterla.

Sopravvivere. Ecco la parola d'ordine di Huawei per il 2020

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