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“Un pronostico? In primavera si va al voto, e vinciamo noi”. Non è nuovo alle previsioni tranchant Andrea Crippa, deputato e vicesegretario federale della Lega con delega all’organizzazione. Brianzolo, trentatré anni, militante da giovanissimo, poi capo dei Giovani Padani, ora scelto da Matteo Salvini, di cui ha fatto per anni l’assistente a Bruxelles, come parigrado di due colonne del partito come Giancarlo Giorgetti e Lorenzo Fontana, ha fatto rumore in questi mesi con l’annuncio di un imminente trasloco di parlamentari dei Cinque Stelle a via Bellerio. Lo ripete oggi, a Formiche.net: “Sono in tanti a bussare alla porta”. Col sorriso di chi sa di affondare una lama nel burro. Il Movimento è in subbuglio dopo il voto di Rousseau, Beppe Grillo ha appena incontrato Luigi di Maio per mettere una toppa agli strappi interni sotto gli occhi vigili, e preoccupati, di palazzo Chigi. La road map della Lega in Italia, dice Crippa, è chiara. In Europa un po’ meno, ma “non chiudiamo le porte a prescindere” a nuovi compagni di viaggio, neanche al Ppe.

Quando a Roma arriva Grillo succede sempre qualcosa…

Il Movimento Cinque Stelle è un partito allo sbando, non è neanche più un movimento. Non ha più una visione né un rapporto con i cittadini, è diviso su tutto, ha tradito la fiducia degli elettori. In poche parole, è la brutta copia del Pd. Mi dispiace.

Perché?

In fondo era nato con intenti nobili, come riportare i cittadini al centro della vita democratica e istituzionale. I grillini hanno abdicato a questa missione per arroccarsi nel palazzo e sostenere un governo che fa gli interessi delle cancellerie europee, dimenticandosi delle piazze, dei mercati, della gente semplice.

C’è chi parla di qualche parlamentare tentato dalla Lega. È così?

Sì, nei prossimi mesi vedremo fra le nostre fila qualche nuovo parlamentare, Salvini sta gestendo queste interlocuzioni. Ci sono molte persone interessate. L’altra settimana abbiamo presentato a Terni il consigliere comunale dei Cinque Stelle passato alla Lega, ce ne sono tanti altri che bussano alla porta.

E poi che succede?

Dopo il voto in Emilia-Romagna, se vinciamo, come sono sicuro, si andrà a votare in primavera. Prima dobbiamo sederci a un tavolo e decidere insieme le regole del gioco.

Eccolo, il tavolo di Giorgetti.

Sono pienamente d’accordo con lui. L’Italia ha bisogno di una legge elettorale maggioritaria che dia un governo stabile per i prossimi cinque anni. Chi vince governa, chi perde va all’opposizione, senza cambi di casacca ogni sei mesi.

Altrimenti?

Altrimenti i cittadini non possono avere la certezza di una programmazione di medio-lungo periodo. Se si cambiano continuamente le regole è inoltre impossibile attrarre investitori nel nostro Paese.

Come fa ad essere certo che si tornerà alle urne?

Dopo la sconfitta in Emilia-Romagna il governo non reggerà a lungo. L’unica strada è il voto. Non vedo come il Pd potrebbe continuare a sostenere un governo in cui è costretto a sottostare alle imposizioni dei Cinque Stelle e a sopportare il fuoco amico di Matteo Renzi. Tutto questo mentre perde consenso sul territorio e sacrifica una ad una le sue battaglie politiche.

E dopo il voto? Sicuri di non tornare con i Cinque Stelle?

Impossibile. Chi ha governato con il Pd non tornerà mai più con la Lega. Un ritorno al governo con i Cinque Stelle è impensabile. Ci hanno già traditi una volta. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico.

Crippa, Silvio Berlusconi è convinto di portarvi nel Ppe.

Ho sentito. Io sono d’accordo che se sei il primo partito d’Italia devi cercare di essere più incisivo in Europa per cambiarla da dentro. Se fai la guerra a tutti non ottieni nulla.

Questo è un sì?

Non chiudiamo le porte a prescindere, ma vogliamo entrare nel merito della discussione e soprattutto capire cos’è oggi il Ppe. È un partito supino alle regole europee che hanno portato al fallimento del sistema imprenditoriale e industriale italiano o una forza politica che vuole difendere le tradizioni e la cultura dei singoli Stati membri? Non vedo vie di mezzo.

Insomma, uno spiraglio c’è.

La Lega non è schierata pregiudizialmente contro. Però mette in discussione alcune posizioni del Ppe, che oggi si presenta come un partito a trazione franco-tedesca e governa con i socialisti, un mondo opposto al nostro. Immigrazione, radici cristiane, diritti sociali e opposizione all’omologazione globalista. Se troviamo una sintesi su queste nostre battaglie comuni possiamo parlarne.

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