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Per parlare della visita a Roma di Mike Pence, vicepresidente degli Stati Uniti, abbiamo fatto alcune domande a Francis Rooney, deputato repubblicano eletto in Florida ed ex ambasciatore statunitense presso la Santa Sede (dal 2005 al 2008) nominato dal presidente George W. Bush. Rooney ha raccontato la storia della diplomazia della Chiesa cattolica e il suo rapporto con gli Stati Uniti nel libro The global Vatican, pubblicato nel 2013, in cui definisce i due Stati “alleati naturali” con una condivisa preoccupazione per i diritti umani, la dignità umane e i diritti inalienabili dell’uomo.

Il vicepresidente ha detto a papa Francesco, con i giornalisti presenti, “le porgo i saluti del presidente Donald Trump”. Che senso ha per l’amministrazione statunitense questa visita dopo le tensioni tra il presidente e il Papa?

Penso che sia una notizia importante per il ticket Trump-Pence perché il segmento religioso dell’elettorato americano è fortemente allineato a lui. Quindi sicuramente Trump è riuscito a rafforzare il legame con i cattolici.

I due si sono intrattenuti per quasi un’ora, un periodo piuttosto lungo per un’udienza con qualcuno che non è un capo di Stato. Il vicepresidente Pence spesso si descrive come “un cristiano, un conservatore e un repubblicano”, in quest’ordine. È l’uomo giusto per riavvicinare Stati Uniti e Vaticano?

È un uomo molto religioso che sostiene l’agenda pro life, che ha il sostegno anche della Chiesa. Sono tutte cose positive.

Il presidente Trump e papa Francesco condividono le preoccupazioni per i diritti umani. Pensiamo alla Cina: rappresenta un punto di rottura nei rapporti tra i due Stati?

Come saprà, il Vaticano è molto interessato alle possibilità per ampliare la presenza della Chiesa cattolica in Cina. È un elemento che era già evidente quando ero ambasciatore.

Ma i diritti umani?

Gli Stati Uniti e il Vaticano difficilmente si troveranno mai totalmente d’accordo sui diritti umani perché il Vaticano non è uno Stato laico. Ma gli Stati Uniti sono fondati sui diritti umani e sulla dignità umana, come il Vaticano d’altronde. Ecco perché possono essere alleati.

Secondo lei il Vaticano ha ancora un’influenza importante sulla politica italiana, per esempio sulla Cina?

Penso il Vaticano abbia una grande influenza in Italia su molte cose.

L’udienza arriva nello stesso giorno in cui Trump partecipa a un evento contro l’aborto a Washington diventando il primo presidente in carica a partecipare a un’evento di March for Life. È soltanto una coincidenza?

Questa è una buona domanda. Penso che sia un evento molto importante e storico.

Ma è una coincidenza?

Beh, è un tentativo di rafforzare le posizioni pro life che il presidente Trump sostiene come il vicepresidente Pence. Coincidenza o no.

L’incontro di oggi può aprire le porte a un nuovo incontro tra il presidente Trump e papa Francesco dopo quello del 2017 rievocato oggi dal vicepresidente?

Non so delle loro conversazioni private ma penso proprio possa essere stato un tema della discussione. Hanno parlato di diverse cose.

Come il Medio Oriente?

Il grande tema oggi è l’Iran, con il dibattito sull’intervento militare statunitense. Due settimane fa al Congresso abbia votato per evitarlo. E sono certo che il Vaticano preferisce la diplomazia a un’altra guerra.

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