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Vestito di blu, senza cravatta, ma con il viso disteso e serio di sempre. L’immagine del presidente del Parlamento venezuelano, Juan Guaidó, che cerca di scavalcare il cancello dell’istituzione per prendere parte al processo di votazione della nuova direttiva, spinto dai soldati agli ordini di Nicolás Maduro, resterà come uno dei capitoli più tristi della storia del regime venezuelano.

guaidó venezuelaFuori, mentre era negato l’accesso ai deputati democraticamente eletti, altri funzionari delle forze armate scortavano “vistosi” deputati del Partito Socialista Unito del Venezuela, che fino a qualche mese fa si era ritirato dal Parlamento perché in minoranza.

venezuela deputata psuvGuaidó e i suoi colleghi sono stati trattenuti per ore, con la scusa di una verifica nei documenti, mentre all’interno del Parlamento i deputati fedeli a Maduro (molti accusati di corruzione) sceglievano un nuovo presidente senza il quorum necessario, con la guida di Héctor Agüero come presidente provvisorio e l’assenza di parlamentari dell’opposizione. A sorpresa, Luis Parra è stato nominato nuovo presidente del Parlamento, anche se non si sa tuttora con quanti voti, giacché sono stati interrotti i segnali  di internet e la trasmissione in diretta della tv statale Venezolana de Televisión. Gli addetti del Parlamento non hanno voluto accendere i microfoni e Parra si è dovuto rivolgere al pubblico con un altoparlante.

Intanto, Guaidó ha organizzato un’altra sessione nella redazione del quotidiano El Nacional. E con la presenza di 111 deputati (molti di più di quelli all’interno della sede del Parlamento) è stato rieletto presidente; un incarico che, grazie alla Costituzione venezuelana, lo riconosce presidente ad interim del Paese in caso di usurpazione del potere. Sia Guaidó, sia Parra, hanno programmato la prossima sessione parlamentare per martedì 7 gennaio. Così il Venezuela ora ha due presidenti, due Tribunali di Giustizia e anche due Parlamenti.

Per gli Stati Uniti, però, il presidente del Parlamento venezuelano è solo uno: Juan Guaidó. Il segretario di Stato, Mike Pompeo, si è congratulato con lui quando denunciò i tentativi falliti del regime di Maduro di negare la volontà della democraticamente eletta Assemblea Nazionale.

“Per mesi, funzionari del regime corrotto hanno partecipato ad una campagna illegale, violenta e spregevole di arresti, intimidazione e ricatti – ha sottolineato Pompeo in un comunicato ufficiale – per distruggere l’ultima istituzione democratica del Venezuela, l’Assemblea Nazionale, e per evitare che membri eletti dell’Assemblea Nazionale votino liberamente”.

Pompeo ha dichiarato che senza la maggioranza dei parlamentari presenti, come lo prevede la Costituzione, non può esserci un voto legale: “Maduro continua ad ignorare la Costituzione e la volontà del popolo venezuelano […] Juan Guaidó personifica la lotta del popolo venezuelano per esigere la prosperità e la democrazia di cui godevano. Washington conferma il suo impegno con il popolo venezuelano per porre fine alla dittatura brutale e inetta sotto la quale vivono”.

La stessa solidarietà è arrivata dal segretario generale dell’Organizzazione di Stati Americani, Luis Almagro, che ha riconosciuto Guaidó come presidente legittimo dell’Assemblea Nazionale. Con un tweet, Almagro ha condannato “gli episodi di violenza contro l’Assemblea Nazionale, respingendo qualsiasi usurpazione contro l’ordine costituzionale”.

Caos in Venezuela. Guaidó resta presidente del Parlamento ma...

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