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È vero, l’opposizione del Venezuela, guidata da Juan Guaidó, ha deciso di tentare ancora una volta la strada politica per trovare una soluzione alla crisi e si siederà al tavolo dei negoziati con rappresentanti del governo di Nicolás Maduro. L’incontro, previsto questa settimana a Barbados, sarà coordinato dalla Norvegia, dove ci sono stati mesi fa alcuni tentativi di negoziazioni.

L’AGENDA

La notizia del nuovo dialogo è stata confermata via Twitter dall’ufficio stampa di Guaidó: “Una delegazione designata dal presidente incaricato Juan Guaidó torna a Barbados per portare avanti in maniera celere il meccanismo di negoziazione di Oslo con l’obiettivo di porre fine alla sofferenza dei venezuelani”. L’agenda prevede sei punti da discutere – ancora una volta -, tra cui la convocazione di nuove elezioni presidenziali con la partecipazione degli osservatori internazionali e la revoca delle sanzioni da parte dell’Unione europea e gli Stati Uniti.

Anche il ministero degli Affari esteri norvegese ha confermato l’inizio del dialogo, continuativo ed efficiente, per la ricerca di un’intesa tra le parti. Come mediatore, la Norvegia ha chiesto al regime di Maduro e all’opposizione di Guaidó di fare attenzione a commenti e dichiarazioni che riguardino i negoziati.

IL PENSIERO DI FRANCESCO

Sui negoziati per il Venezuela si è pronunciato papa Francesco all’Angelus: “Ancora una volta desidero esprimere la mia vicinanza all’amato popolo venezuelano, particolarmente provato per il perdurare della crisi. Preghiamo il Signore di ispirare e illuminare le parti in causa, affinché possano quanto prima arrivare a un accordo che ponga fine alle sofferenze della gente per il bene del Paese e dell’intera regione”.

Il Santo Padre ha chiesto alle parti di trovare un accordo per il bene dei venezuelani, stremati dalla crisi umanitaria: “Non lasciamoci trascinare dall’insensibilità egoistica. La capacità di avere compassione è diventata la pietra di paragone per il cristiano”.

Giorni fa i vescovi venezuelani hanno chiesto in una lettera aperta un cambio di rotta, a favore della Costituzione, per porre fine alla sofferenza del popolo del Venezuela: “Un cambiamento che richiede l’uscita di coloro che esercitano illegittimamente il potere e l’elezione nel più breve tempo possibile di un nuovo presidente della Repubblica”.

LA VERSIONE DI ABRAMS

Invece Elliott Abrams, inviato speciale degli Stati Uniti per il Venezuela, aveva dichiarato venerdì che il presidente ad interim Guaidó e i suoi stavano partecipando ad alcune negoziazioni a Barbados: “Spero che nessuno sappia che sta succedendo lì perché per dare frutti questi colloqui devono essere coperti dalla confidenzialità”.

Il rappresentante del governo americano ha parlato anche del caso del capitano Acosta Arévalo, morto mentre era detenuto nelle istallazioni della polizia di intelligence del regime di Maduro, Sebin. “Non è la prima volta che il regime lo fa, il regime ha ucciso anche Fernando Albán. […] Ora si nega anche alla famiglia del capitano Acosta Arévalo di riavere il corpo”. Abrams ha lamentato la sofferenza e repressione che patisce il popolo venezuelano, ma ha ricordato  che “nessuna dittatura dura per sempre”.

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