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Sovranisti sì, ma non con Alitalia. Sempre che questa sia la volta buona, dovrebbero mancare solo poche ore alla scadenza per la presentazione dell’offerta vincolante di Ferrovie dello Stato, che dallo scorso autunno sta tentando di costruire una cordata per risollevare le sorti dell’ex compagnia di bandiera. Gli italiani però sembrano avere in mente una soluzione ben diversa e si dicono disposti a lasciare da parte l’orgoglio nazionale pur di mettere la parola fine a una “telenovela” che, tra i vari piani di salvataggio, ci è costata più di 7 miliardi.

GLI UMORI DEGLI ITALIANI

È una rilevazione di Swg a tastare gli umori del Paese sul futuro di Alitalia. E quello che emerge è un diffuso sentimento di sfiducia verso la possibilità di un rilancio “Made in Italy” della società. Così la maggioranza dei cittadini sostiene la vendita a una grande impresa estera del settore: un’ipotesi che tuttavia non rappresenta affatto una novità.

“Se Alitalia cadesse nelle mani di Air France i turisti finirebbero a visitare i castelli della Loira invece che le nostre città d’arte” disse Silvio Berlusconi nel 2008 (affermazione discutibile sotto molti punti di vista, ma non è questa la sede!) bloccando così l’acquisizione da parte della compagnia francese. Strada che venne però imboccata qualche anno più tardi con Ethiad: matrimonio celebrato ma presto naufragato.

Al contrario, soltanto il 29% degli intervistati chiede al governo di continuare a cercare una soluzione mista tra privati, compagnie aree e Trenitalia. Un percorso tortuoso reso ancora più ingarbugliato dal colpo di teatro del patron biancoceleste (nel senso della squadra di calcio della Lazio) Claudio Lotito, che ha formalizzato un’offerta riservata per l’acquisto di una quota Alitalia. Ancora meno invece sono quelli vorrebbero una totale nazionalizzazione, scenario evocato solo in un primo momento dal Movimento 5 Stelle.

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PERCHÉ GLI ITALIANI GUARDANO ALL’ESTERO

È poi interessante capire perché gli italiani sono convinti di trovare soltanto oltreconfine la soluzione ai problemi della compagnia aerea tricolore.

Una possibile spiegazione risiede nell’immagine negativa che la maggioranza degli Italiani ha degli imprenditori nostrani: per il 43% degli intervistati sono rapaci mossi da brama di accumulazione e per il 27% si tratta di figure padronali e autoritarie.

Solamente una sparuta minoranza ne ha una percezione positiva, descrivendoli come responsabili (13%) e dialogici (7%). Un dato che racconta bene la crisi reputazionale dell’industria del nostro Paese e che spiega perché sul futuro di Alitalia gli italiani sono tutto fuorché nazionalisti.

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Alitalia agli stranieri? Non è un tabù. Lo spiega Arditti (con i dati Swg)

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