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Nicolás Maduro si è abbattuto questa volta contro la Germania. Il regime ha deciso di dichiarare “persona non grata” l’ambasciatore tedesco a Caracas, Daniel Kriener, per il suo attivismo a favore del presidente ad interim Juan Guaidó. Il rappresentante diplomatico ha 48 ore per lasciare il Paese sudamericano.

A differenza degli altri Paesi che hanno espresso sostegno al leader dell’opposizione, secondo il regime venezuelano, la Germania ha la “colpa” di avere accolto Guaidó all’aeroporto internazionale di Maiquetia, vicino a Caracas, lo scorso lunedì. Erano presenti anche altri diplomatici degli Stati Uniti, Cile, Canada, Francia, Olanda e Spagna.

“Vogliamo aiutare e assicurare che torni in sicurezza. Il ritorno di Guaidó è un passo in più verso un processo politico pacifico volto al superamento della crisi in Venezuela”, aveva dichiarato su Twitter l’ambasciata tedesca a Caracas. Un atteggiamento considerato “inaccettabile” da parte del regime. Il ministro degli Affari esteri di Maduro, nonché marito della figlia di Hugo Chávez, Jorge Arreaza, ha detto che quello della Germania è un comportamento da “attore politico che sta in linea con l’agenda complottista dei settori estremisti dell’opposizione venezuelana”. Per la Germania, invece, Guaidó ha contribuito positivamente nella questione degli aiuti umanitari per il Venezuela. Ed è per questo che crede vada sostenuto.

Sul rientro di Guaidó a Caracas, gli onorevoli Del Mastro Delle Vedove e Donzelli hanno presentato un’interrogazione parlamentare alla Camera: “L’Italia, sino ad oggi, non ha riconosciuto Juan Guaidó presidente ad interim, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 233 della Costituzione venezuelana affinché indica immediatamente libere elezioni ed archivi definitivamente la sanguinaria dittatura di Maduro, l’Italia, anzi, con il suo veto, ha impedito che l’Europa riconoscesse Guaidó presidente ad interim del Venezuela; a quanto è a conoscenza dell’interrogante non vi era un solo diplomatico italiano ad accogliere Guaidó in aeroporto; la comunità italiana in Venezuela appare sempre più disorientata per l’assenza di una posizione chiara e univoca del Governo italiano […] quali iniziative il Governo intenda intraprendere in relazione alla malaugurata ipotesi che il dittatore Maduro assuma misure intimidatorie e di privazione della libertà nei confronti dell’oppositore Guaidó”.

Anche perché le misure totalitarie del chavismo stanno aumentando e ora colpiscono anche i professionisti dell’informazione. Il giornalista americano Cody Weddle è stato prelevato nel suo appartamento di Caracas da funzionari della Direzione del controspionaggio venezuelano (Dgcim), interrogato per ore, e successivamente espulso dal Paese. L’accaduto è stato confermato dai responsabili della televisione di Miami per la quale lavorava e da esponenti sindacali. Weddle, secondo il quotidiano The Washington Times, lavorava in Florida per la tv 10 News, filiale della Abc.

Dagli Usa, invece, si annunciano nuove sanzioni contro l’entourage di Maduro. secondo il vicepresidente americano, Mike Pence, saranno revocati 77 visti di cittadini venezuelani legati al chavismo . “Continueremo a premere sul regime di Nicolás Maduro fino a quando non si ristabilirà la libertà in Venezuela – ha dichiarato Pence in un incontro con imprenditori di origine latinoamericana riunita a Washington -. L’unico modo in cui Maduro si mantiene al potere è con la brutalità dei suoi seguaci e con l’aiuto che riceve da Cuba”.

Dalla sua parte, il consigliere per la Sicurezza della Casa Bianca, John Bolton, ha avvertito banche e istituzioni finanziarie sulle conseguenze di effettuare transazioni “illegittime” a beneficio del presidente Maduro e dei suoi: “Gli Stati Uniti stanno avvertendo le istituzioni finanziarie straniere che verranno colpite da sanzioni qualora facilitino transazioni a beneficio di Maduro e del suo entourage corrotto”.

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