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Già, la manovra e quella crisi che rischia di mutarne la natura. La fine del governo gialloverde rischia di trasformare la prossima sessione di bilancio in una delle più difficili di sempre. Poco spazio, pochi soldi, tempi stretti. Ce ne è abbastanza per essere preoccupati, anche se non tutti sembrano esserlo. Tra chi lo è c’è Pierpaolo Baretta, ex sottosegretario al Tesoro ai tempi di Fabrizio Saccomanni (scomparso recentemente) e Pier Carlo Padoan ministri, ovvero i governi Letta e Renzi.

Baretta, quale governo approverà la manovra d’autunno?

Francamente è una situazione nuova questa, siamo dinnanzi a un inedito. Bisogna capire bene le finestre a disposizione. Quello che è sicuro è che serve un governo in carica e nel pieno delle sue funzioni, che appronti una manovra minimalista in grado di bloccare l’aumento dell’Iva e di rifinanziare le spese indifferibili. Non credo che un governo in costanza di elezioni possa approntare una legge di Bilancio vera e propria.

Dunque bisogna aspettare il voto?

Penso di sì. Lo scorso anno a ridosso del voto del 4 marzo facemmo un Def solo con delle indicazioni di massima e tendenziali. Non credo che si possa pensare a una manovra preventiva, prima del voto, anche se qualcuno lo dice. Il Parlamento sarà già sciolto prima, come si fa a votare la manovra? C’è chi sostiene che si possa fare un decreto legge solo per l’Iva ma anche lo stesso decreto va votato entro 60 giorni. Non vedo le condizioni per una manovra prima delle urne.

Rischiamo l’esercizio provvisorio comunque…

Certo che sì. E per questo serve un’intesa politica preventiva in modo che appena c’è il nuovo governo si faccia la manovra, ma come ho detto una manovra essenziale che possa essere votata tranquillamente dal Parlamento che sarà in carica abbastanza a ridosso del 31 dicembre. Se non c’è un’intesa prima il rischio dell’esercizio provvisorio è forte e dunque scattarebbe l’Iva.

Lei ha parlato di manovra minimale…e la flat tax?

Per la flat tax non c’è spazio e questo evita spese in espansione. Il che con ogni probabilità ci eviterà dei problemi con l’Europa. Una manovra basica dovrebbe, diciamo, scorrere più velocemente. Non vedo particolari problemi anche se c’è da dire che questo Paese avrebbe bisogno di qualcosa di più, di una manovra espansiva. Ma ora non credo si possa fare altrimenti.

Baretta, manovra espansiva ma senza fare deficit, o no?

Certo è chiaro, si dovrebbe pensare a obiettivi calibrati, con delle priorità. Senza mettere insieme Iva, flat tax e salario minimo. Serve criterio ma non è questo il caso visto che il governo nei fatti non esiste più.

Parliamo dello spread. Ieri è salito a 238 punti base. Dobbiamo preoccuparci?

Ieri abbiamo avuto un’avvisaglia, qualche timore c’è. Si tratta di capire bene la reazione dei mercati dinnanzi al fallimento dell’esperimento gialloverde. Il voto è certamente un momento difficile perché blocca di sette-otto mesi le grandi scelte economiche. Dall’altro lato però pone fine a un’esperienza di governo faticosa: come dire, meglio togliersi il dente o meglio tenerlo ed evitare la crisi di governo?

 

 

 

 

 

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