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Lasciare senza casa quell’elettorato cattolico, moderato e profondamente distante dai sovranisti al governo “sarebbe un errore per il Pd che vuole vincere e non soltanto perdere bene”.

Anche perché, ragiona con Formiche.net la deputata renziana Anna Ascani, il dialogo dovrebbe essere diretto a tutti quei soggetti come sindacati, associazioni e industriali, non ai dinosauri come Bersani, D’Alema, Speranza. E mentre boccia il governo-ombra, sottolinea che la leadership di Matteo Renzi è un valore aggiunto indispensabile per il partito.

Cosa vi ha detto Zingaretti in occasione dell’incontro con i parlamentari?

Ci ha assicurato che tenterà di collaborare il più possibile con i gruppi parlamentari, aprendo un’interlocuzione costante anche per supportarci nel lavoro di opposizione. Un incontro preliminare e senza nulla di programmatico sul tavolo. Certo è che avere un Segretario che non è membro delle Camere significa anche avere una sfida in più davanti. Ma la affronteremo comunque, in quanto è già accaduto in passato.

Come può Zingaretti aprire ai civici di Calenda e al contempo parlare con gli scissionisti di ieri?

Se il Pd avesse in testa una vocazione maggioritaria, che non significa avere un sistema elettorale maggioritario ma l’ambizione di parlare alla maggioranza degli elettori, questo avrebbe perfettamente un senso. Significherebbe voler dialogare, insieme, con la sinistra e i moderati. Io ho l’impressione che invece ci sia una rinuncia a priori a quella vocazione maggioritaria, che è il dna del Pd. Spero che questo tentativo di allargare possa essere una ripartenza.

Intanto due giorni fa al Nazareno si è visto il neo leader della Cgil Landini: il Pd vira troppo a sinistra?

Gli incontri con i sindacati si sono sempre tenuti, non vedo nulla di nuovo. Credo però che ognuno debba fare il proprio mestiere: la politica quello della politica e il sindacato quello del sindacato. Quando è così si fa un buon lavoro per il Paese. Noi dobbiamo cercare di mettere assieme tutti quei soggetti che, a vario titolo, hanno diverse perplessità sull’operato di questo governo, come sindacati, associazioni e industriali. È proprio questo il dialogo che dobbiamo instaurare, e mi spiego. Se allargare significa mettere assieme pezzettini di vecchia classe dirigente come Bersani, D’Alema, Speranza allora ciò non serve al Pd.

E cosa occorre davvero?

Parlare ad un elettorato più largo, senza dimenticare i moderati. Se vogliamo vincere le elezioni e non soltanto perdere bene abbiamo bisogno di parlare sì con la sinistra ma anche con il centro. E questo non ce lo dobbiamo dimenticare.

Ma cattolici dem lamentano un mancato rispetto, per bocca dell’ex viceministro Giro che denuncia la chiusura ai candidati moderati. Si rischia di mollare il centro?

Ancora le liste sono da ufficializzare, credo che il Segretario stia facendo tutte le valutazioni del caso per cercare di portare a termine quell’idea di allargamento che ha annunciato di voler perseguire. Faccio semplicemente notare che quella lista dovrebbe rivolgersi a tutto il mondo del centrosinistra, quindi la sinistra con il centro. Mi riferisco a quell’elettorato cattolico, moderato, profondamente distante dai sovranisti al governo che deve essere rappresentato dal Pd. Lasciarlo senza casa sarebbe un errore.

Da queste colonne Luciano Nobili ha chiesto al Segretario di fermare il nostalgismo pre-Lingotto. Come crede allora possa voltare pagina il Pd?

Sono convinta che tornare indietro non sia mai un buon modo per iniziare una fase nuova. Per cui spero che non sia la nostalgia il cuore del futuro dem. Dopo di che chi ha vinto le primarie ha il diritto-dovere di dare una linea politica. Dal programma che presenterà in vista delle europee mi aspetto che emerga una strategia con alcune parole d’ordine che ci riportino al centro della scena. Non possiamo limitarci a reagire a ciò che questo governo fa o dice, ma dovremmo noi essere più attivi e diventare una credibile alternativa.

L’arma del governo ombra sarà efficace?

Sono contraria all’idea di un governo ombra, penso che ci occorrano proposte di governo che chi è al governo non sta facendo. Di fatto ciò a cui assistiamo tutti i giorni in Parlamento è l’approvazione di misure vuote, che servono appena per un tweet di uno dei due vicepremier, ma che non contengono nulla che aiuti famiglie e imprese. Dall’opposizione, in particolare dal Pd, più che una serie di ministri-ombra bisogna tirar fuori idee e spunti che parlino agli italiani.

Quale sarà il futuro di Matteo Renzi nel Pd di domani?

Non ho la sfera di cristallo e dipenderà da loro e da ciò che deciderà il Segretario. Quello che mi auguro per Matteo Renzi è che ci si renda conto che il Pd ha bisogno della sua leadership e che serve considerarla un valore aggiunto indispensabile per il partito. A chi ha voglia di fare piazza pulita ricordo che in questo momento c’è bisogno che il Pd riconosca quella stagione, in cui abbiamo fatto cose fondamentali al governo.

twitter@FDepalo

 

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