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È partito il satellite argentino SaoCom 1, dotato dell’innovativa banda L che arricchirà la conoscenza sullo spettro informativo della Terra dallo Spazio. Con il gemello che dovrebbe raggiungerlo l’anno prossimo, andrà a formare Siasge, la costellazione italo-argentina che ad ora può già contare sui quattro satelliti di Cosmo-SkyMed, il sistema duale, unico al mondo e completamente made in Italy, dedicato all’osservazione della Terra. Il programma è il frutto della storica collaborazione tra Italia e Argentina, portata aventi dalle rispettive agenzie spaziali, Asi e Conae.

IL LANCIO

Il lancio è avvenuto nella notte dalla base statunitense di Vandenberg in California, a bordo di un Falcon 9 di SpaceX, aziende del visionario Elon Musk che, per la prima volta, ha fatto rientrare il primo stadio del razzo sulla West Coast. Ad attenderlo, non piattaforme-drone come nei casi precedenti, dislocate a terra o in mare a centinaia di chilometri dal punto di partenza, bensì la nuova LZ-4, una piazzola di atterraggio all’interno dello stesso complesso da cui il Falcon 9 era partito pochi minuti prima.

IL SATELLITE

A bordo del razzo di SpaceX c’era SaoCom 1, satellite dotato di un radar ad apertura sintetica (Sar) in banda L per l’osservazione della Terra. A spiegarne la missione è lo stesso presidente argentino Mauricio Macri: “Ci darà informazioni che ci permetteranno di migliorare la nostra competitività; permetterà il monitoraggio delle opere infrastrutturali, il controllo delle frontiere e la sicurezza”. Per questo, lo raggiungerà nel 2019 il gemello, SaoCom 1.

LE PAROLE DI BATTISTON

“Con il lancio di SaoCom 1A, si realizza il primo passo di una idea visionaria concepita 20 anni fa”, ha detto il presidente dell’Asi Roberto Battiston. “Vale a dire l’idea di realizzare la costellazione italo-argentina Siasge”, formata da satelliti ad apertura sintetica (Sar) “di cui due in banda L (SaoCom) e quattro in banda X (Cosmo-SkyMed)”. All’epoca, non esisteva neanche il sistema italiano. L’idea si è dimostrata “vincente – ha aggiunto Battiston – e ha stimolato lo sviluppo dell’industria spaziale nei due Paesi negli ultimi due decenni, permettendo la realizzazione di satelliti di altissimo valore tecnologico che da oggi iniziano a operare insieme nello spazio e che saranno in grado di realizzare importanti ricadute economiche grazie ai dati e alle relative applicazioni. È un onore per me potere oggi testimoniare il coronamento di questo grande progetto e l’ingresso nella fase operativa che, ne sono certo, sarà sorgente di grandi soddisfazioni per i nostri due Paesi”.

LA COOPERAZIONE TRA ITALIA E ARGENTINA

Difatti, il satellite argentino fa parte della cooperazione tra Asi e Conae , e in particolare del sistema Siasge (Sistema italo-argentino di satelliti per la gestione delle emergenze ambientali e lo sviluppo economico). Nasce dalla volontà dei due Paesi di sviluppare un sistema operativamente integrato e inter-operabile, unico al mondo, per la gestione e la prevenzione delle grandi emergenze naturali e ambientali, utilizzando la tecnologia radar. L’obiettivo finale del progetto è l’integrazione dei dati e delle applicazioni derivanti dalle due costellazioni satellitari. L’architettura della collaborazione è basata su un incrocio bilanciato di contributi: Asi partecipa alla realizzazione dei satelliti argentini, offre i dati della costellazione Cosmo-SkyMed e mette a disposizione la base di Matera; in cambio, Conae offre l’uso dei dati del sistema SaoCom, dell’utilizzo della base argentina di Cordoba insieme a un uso esclusivo dei dati SaoCom su alcune aeree geografiche.

UN SISTEMA UNICO AL MONDO

Come aveva spiegato Gabriella Arrigo, responsabile Relazioni internazionali dell’Asi e vice presidente della Federazione internazionale astronautica (Iaf), in occasione dell’annuncio del lancio di SaoCom da parte del presidente Macri: “Il Sistema nel suo complesso è unico al mondo per sfida tecnologica, utilizzo dei dati, vasta quantità di applicazioni satellitari da utilizzare in Italia, in Europa, in Argentina, in l’America Latina e in tutto il resto del mondo”. Lo dimostra uno studio congiunto Asi-Conae, secondo cui “l”integrazione delle due bande raggiunge circa il 78% delle possibili applicazioni spaziali utilizzando le bande X, L e X+L”. Tutto questo doterà l’Italia di competenze importanti che potranno essere spese anche in altri programmi, in particolar modo in quelli europei.

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