Skip to main content

Dopo la sconfitta al voto parlamentare sull’accordo con l’Unione europea per l’uscita del Regno Unito, il governo di Theresa May affronterà oggi l’offensiva del Partito Laburista. Il leader Jeremy Corbyn ha chiesto la sfiducia nella speranza di dare il colpo di grazia all’esecutivo e andare alle elezioni anticipate.

Come ha spiegato Mario Angiolillo oggi su Formiche.net, se la mozione di sfiducia dovesse essere approvata ci saranno, come previsto dal Fixed-Term Parliament Act, 14 giorni di tempo per far sì che il governo consolidi la maggioranza o che si determini un nuovo governo. Se questo non accadrà si andrà a nuove elezioni. Secondo alcuni analisti consultati dalla Bbc, May sopravvivrà al voto di stasera con molta probabilità ma, nel caso ci fosse un nuovo voto, i sondaggi danno come probabili vincitori i laburisti.

Lontano dal volere vedere i fantasmi del “chavismo bolivariano” ovunque, nel caso britannico basta ricordare le sintonie di Corbyn con il regime del Venezuela.

Nel 2017, quando già la crisi umanitaria nel Paese sudamericano si faceva sentire da alcuni anni, il leader del Partito Laburista si è rifiutato di condannare il governo di Nicolás Maduro. All’epoca, il governo venezuelano aveva schierato le forze dell’ordine e l’esercito contro gli studenti che manifestavano in piazza. Negli scontri sono morti 163  giovani che protestavano contro la situazione economica e sociale del Paese.

“Non condanno le azioni del presidente Maduro ma la violenza provocata da tutti i lati – ha dichiarato Corbyn -. La violenza non risolverà nulla […] Deve esserci un dialogo e un processo che rispetti l’indipendenza del potere giudiziario e rispetti i diritti umani di tutti. Il problema del Venezuela è che non è stato fatto abbastanza per diversificare l’economia, lontano dal petrolio. Questa è la priorità per il futuro”. Corbyn ha azzardato e ha elogiato l’impegno di Maduro nei confronti della democrazia e dei valori socialisti.

Ma Corbyn non è stato l’unico all’interno del Partito Laburista ad elogiare il modello bolivariano di Maduro. E gli inglesi (almeno alcuni) lo sanno. In un articolo intitolato “Dieci volte che i corbynisti hanno elogiato Chávez e il Venezuela di Maduro”, pubblicato dal sito Reaction, sono elencati gli elogi dei laburisti al modello venezuelano. Una visione da replicare in Gran Bretagna?

A marzo del 2013, Corbyn twittò sulla morte del presidente venezuelano: “Grazie a Hugo Chávez per aver dimostrato che le ricchezze possono essere condivise. Ha dato enormi contributi al Venezuela e ad un mondo molto più vasto “. Quindi, Corbyn non solo ha elogiato l’eredità di Chávez ma ha addirittura citato la sua politica come un modello da replicare. Di nuovo, sempre a marzo del 2013, ha pronunciato un discorso sul presidente venezuelano: “In Chávez ricordiamo qualcuno che si è alzato in piedi, è stato stimolante. Senza la sua morte avremo marciato verso un mondo migliore, giusto, pieno di speranza”. Nel 2014 Corbyn ha telefonato al presidente Maduro durante una trasmissioni televisiva per congratularsi per il suo successo elettorale durante le elezioni presidenziali. Maduro ha introdotto Corbyn come “amico del Venezuela”.

Nel 2012, invece, Diane Abbott, segretaria degli Interni del governo ombra, è intervenuta in una campagna di solidarietà per il popolo venezuelano dicendo: “Penso che l’importanza del Venezuela sia che un altro mondo è possibile. Ovviamente, ha una ricchezza petrolifera che fa la differenza, ma comunque hanno cercato di investire nel paese e hanno cercato di continuare a combattere la povertà”. Ha anche affermato che il sistema di voto del Venezuela è superiore a quello britannico e quello americano. Nel 2017, invece, l’impresa incaricata del sistema elettronico del voto, Smartmatic, ha riconosciuto la frode durante le elezioni in Venezuela.

Il segretario per gli Affari esteri del governo ombra, il laburista John McDonnell, nel 2014 scrisse un articolo intitolato “Hugo Chávez: A Portrait from Europe” nel quale elogiava il regime socialista del Venezuela: “In Venezuela c’è il contrasto tra il capitalismo in crisi e il socialismo in azione”.

Il giovane giornalista, Owen Jones, molto vicino a Corbyn, scrisse nel 2012 su L’Independent un articolo intitolato: “Hugo Chávez dimostra che puoi guidare un governo progressista e popolare dicendo no al neo-liberalismo”. “I critici di Chávez in Occidente – sosteneva – hanno il diritto di dissentire da lui. Ma è ora che smettano di fingere che è un dittatore”.

Più recentemente, Marcus Barnett, giovane ufficiale internazionale dei laburisti e segretario dei giovani laburisti a Londra, ha twittato una foto di Maduro facendo un cuore con le mani, in segno di approvazione delle elezioni presidenziali del 20 maggio, contestate da gran parte della comunità internazionale per irregolarità e ingiustizie. Il messaggio è stato RT da Laura Murray, figlia del capo della campagna elettorale di Corbyn, e da Andrew Murray, membro dello staff del Partito dei Lavoratori.

Sul sito The Spectator, si legge che fortunatamente, il cancelliere del governo ombra, John McDonnell, ha trovato una soluzione alternativa per salvare i laburisti dall’imbarazzo. Parlando della Sunday Politics, ha respinto l’idea che il Venezuela fosse un esempio del modello economico socialista, dicendo che Nicolás Maduro ha preso una “svolta sbagliata”.

Ma anche Richard Burgon, segretario della Giustizia del governo ombra, si unisce alla lista dei laburisti che hanno personalmente supportato Maduro: “Vittoria per il Movimento Laburista in Venezuela: autista di autobus, sindacalista e socialista Nicolás Maduro è Presidente del Venezuela”. Seumas Milne, direttore delle comunicazioni di Corbyn, ha un legame personale con Maduro, a cui ha fatto un’intervista per discutere di musica pop, omettendo riferimenti alla situazione dei diritti umani in Venezuela.

Tutte le sintonie tra Corbyn (e il Partito Laburista) e il modello socialista del Venezuela

Dopo la sconfitta al voto parlamentare sull’accordo con l’Unione europea per l’uscita del Regno Unito, il governo di Theresa May affronterà oggi l'offensiva del Partito Laburista. Il leader Jeremy Corbyn ha chiesto la sfiducia nella speranza di dare il colpo di grazia all’esecutivo e andare alle elezioni anticipate. Come ha spiegato Mario Angiolillo oggi su Formiche.net, se la mozione di…

Brexit, cosa cambierà per le imprese con il no deal. Report Csc

Chi pensava che la Brexit fosse un affare per l'Italia dovrà ricredersi, almeno un po'. Il cosiddetto no deal, l'uscita senza un accordo dall'Unione in grado di garantire e salvaguardare i rapporti commerciali in essere, sarà qualcosa di potenzialmente traumatico per le imprese italiane, costrette a pagare un conto salato. Ne sono convinti al Centro Studi di Confindustria diretto da…

corrao, Terzi, appello

Cosa rischiano Lega e 5 Stelle alle elezioni europee. Parla Giannuli

Elezioni regionali, europee e misure chiave. Lega e Movimento 5 Stelle, le due forze di governo, si trovano a fare i conti con il gradimento dei cittadini e il governo del Paese. A lato, le possibili nuove alleanze - il dialogo della Lega con il Partito democratico alla cena organizzata dall'associazione "Fino a prova contraria" ne è forse il più…

investimenti paesi arabi medio oriente ispi

Perché gli investimenti nei Paesi arabi sono una priorità per l’Europa

In un rapporto della Banca mondiale, intitolato "Lo scoppio della rabbia popolare – l’economia della Primavera araba e le sue conseguenze", pubblicato nel 2018, si analizzano cause e sviluppi dei sommovimenti che hanno interessato il mondo arabo dal 2011. Secondo il rapporto, gli Stati arabi postcoloniali si sono retti su un contratto sociale fondato su un assistenzialismo statale di livello…

Il vicolo cieco

Il voto di ieri al Parlamento britannico ha messo in evidenza una serie di elementi. Il primo è che, se non si è una potenza imperiale (la Gran Bretagna non lo è più; e illudersi di poter tornare ad esserlo è pura follia nel mondo di oggi), il mito del recupero della sovranità nazionale è una grande sciocchezza. Nessuno può…

Come difendere (e rilanciare) l'industria del mare. La ricetta di Onorato

Il mare come approccio alla vita e passione da difendere con le unghie e coi denti. Vincenzo Onorato è un imprenditorie italiano, alla testa di un colosso da oltre 4.700 dipendenti, la Onorato Armatori,  che comprende compagnie di navigazione quali Moby, Tirrenia-Cin Toremar oltre a essere il patron del team velico Mascalzone Latino. Rappresenta la figura dell'industriale diverso, di quelle figure rare…

energia putin trump

Nuova crisi missilistica tra Mosca e Washington. Usa fuori dall'accordo da febbraio

Il ritiro degli Stati Uniti dal trattato che proibisce il dispiegamento a terra di missili intermedi inizierà il 2 febbraio. L'annuncio è arrivato da Andrea L. Thompson, sottosegretario del dipartimento di Stato americano per il controllo della armi e la sicurezza internazionale, che nei giorni scorsi aveva partecipato a Ginevra all'incontro con il vice ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov.…

Attentato nel nord della Siria. L'IS colpisce soldati americani

Alcuni soldati americani sono rimasti uccisi in un attacco terroristico a Manbij, nel nord della Siria. I militari erano parte delle forze speciali che stanno accompagnando le milizie locali nella liberazione della fascia settentrionale siriana dall'occupazione delle forze del Califfato. Il Pentagono la chiama operazione Inherent Resolve e dall'account Twitter ufficiale conferma le notizie che circolano da alcune ore – alcuni militari…

libia tripoli libia

Libia, chi sta lanciando la campagna per proteggere il sud dalle milizie

Sabha è la più grande città della Libia meridionale, situata nella stessa regione dove si trova il mega giacimento di El Sharara, recentemente oggetto di una feroce rappresaglia da parte di miliziani e truppe non allineate. È la ragione per cui i paramilitari di stanza a Bengasi, guidati da Ahmed al-Mesmari, mettono in campo un'azione per "eliminare bande, terroristi e…

Anche Pechino ha il suo bazooka. L'operazione record della Pboc

Un Qe su scala cinese. Anche Pechino decide di armare e sparare il suo bazooka, alias Quantitative easing, espressione simpatica coniata qui in Europa per identificare gli interventi della Bce a sostegno dell'economia reale: acquisto di titoli pubblici in cambio di denaro fresco da iniettare nelle banche, cha a loro volta lo girano alle imprese. Questa mattina la banca centrale cinese ha annunciato un'iniezione…

×

Iscriviti alla newsletter