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È stata una giornata particolarmente trafficata, quella di ieri, nello spazio extra-atmosferico. Mentre il lanciatore europeo Ariane 5 era appena partito da Kourou, in Guyana francese, per portare in orbita altri quattro satelliti del programma di navigazione satellitare Galileo, dalla base militare di Vandenberg, in California, si accendeva il Falcon 9 di SpaceX destinato a trasportare nella bassa orbita terrestre dieci satelliti del programma Iridium Next per le telecomunicazioni satellitari. Nel frattempo, l’attenzione era tutta sull’Agenzia spaziale italiana (Asi), dalla cui sede veniva annunciata una scoperta “rivoluzionaria”: la presenza di acqua liquida su Marte. Ebbene, in tutti e tre gli eventi c’è un bel pezzo l’Italia, a testimonianza del ruolo che il nostro Paese è riuscito ha conquistarsi nel tempo all’interno della comunità spaziale globale.

IL LANCIO DA VANDENBERG

Nonostante delle difficili condizioni meteo, il Falcon 9 di SpaceX è partito puntuale dalla base aerea di Vandenberg, in California, alle 4:39 ora locale (le 13;39 italiane, appena un quarto d’ora dopo la partenza dei satelliti Galileo). A bordi, il settimo gruppo di dieci satelliti della costellazione Iridium Next, costruiti dalla joint venture franco-italiana Thales Alenia Space (Thales 67% e Leonardo 33%) e finalizzati a offrire copertura globale per telecomunicazioni satellitari. La società di Elon Musk è riuscita tra l’altro a recuperare il primo stadio del vettore facendolo atterrare sulla piattaforma “Just the Read the Instructions” nell’Oceano Pacifico. Intanto, “il successo di questo settimo lancio per il programma Iridium Next – spiega Thales Alenia Space – consolida ulteriormente la reputazione dell’ azienda per le eccellenti competenze dimostrate in qualità di prime contractor di sistemi di comunicazioni satellitare così sofisticati (SatCom)”.

I PROSSIMI PASSI

“Iridium sta inviando 75 satelliti Iridium Next per sostituire la costellazione esistente; 65 sono i satelliti ora in orbita. L’accettazione generale del sistema è stata convalidata da Iridium con prestazioni superiori alle aspettative” – ha spiegato Denis Allardvice president del programma per Thales Alenia Space. “L’ultima serie di dieci satelliti Iridium Next è ormai prossima – ha aggiunto – sono davvero lieto di confermare che tutto procede nella giusta direzione per raggiungere il nostro obiettivo, ovvero lanciare tutti i 75 satelliti Iridium Next ad orbita terrestre bassa nel 2018”.

GLI OBIETTIVI

La costellazione Iridium Next offre connettività globale grazie ai suoi 66 satelliti interconnessi a un’altitudine di 780 km, con nove satelliti di riserva in orbita e sei altri satelliti di riserva a terra. Questo sistema internazionale punta a fornire capacità senza pari nelle telecomunicazioni in movimento (individui, veicoli di terra, veicoli, navi) e ad assicurare una copertura completa in tutto il mondo, inclusi gli oceani. Grazie alla sua copertura globale e al funzionamento indipendente, fornisce assistenza indispensabile in condizioni molto difficili, come in aree isolate, durante disastri naturali o durante conflitti, per citarne alcuni. Completamente indipendente da qualsiasi network di terra, offre comunicazioni sicure, protette da intrusioni e hacking.

IL RUOLO DI THALES ALENIA SPACE E DI LEONARDO

Thales Alenia Space è prime contractor per il programma Iridium Next, responsabile della realizzazione, integrazione e validazione in orbita degli 81 satelliti di Iridium Next, di cui 75 già operativi e sei di riserva in orbita. I satelliti sono stati integrati in serie da Northtrop Grumman, sottocontraente di Thales Alenia Space, nel suo stabilimento produttivo di satelliti di Gilbert, in Arizona, sotto la supervisione in loco del team di Thales Alenia Space e di quello Iridium Next. Tutte le operazioni di lancio e messa in orbita (Leop), e di test in orbita (In Orbit Test) sono state eseguite nel centro di controllo Snoc (Iridium’s satellite network operation center) di Leesburgh. Contribuisce anche Leonardo, dato che ognuno degli 81 satelliti della costellazione è dotato di un sistema di assetto sviluppato e realizzato dall’azienda di piazza Monte Grappa, denominato Mh-Str (MultiHead Star Tracker) e costituito da tre sensori ottici Star Tracker.

 

Spazio, in orbita altri dieci satelliti realizzati da Thales Alenia Space

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