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La crisi dell’Europa era nell’aria. Durante la campagna elettorale, i promotori del “leave” argomentavano che era necessario portare via il Regno Unito da un’Unione europea in disordine. Il leader Michael Gove puntava il dito contro gli effetti della crisi finanziaria della Grecia e la generale economia stagnante dell’Europa. Diceva anche che l’Unione europea aveva aperto le porte ai terroristi, mettendo a rischio la sicurezza della regione. Andando via, sosteneva Gove, “il Regno Unito può mostrare all’Europa la via della prosperità”.

Sono passati due anni e mezzo, il divorzio tra Londra e Bruxelles è in corso e il mondo assiste ad una delle più grandi crisi politiche dell’Europa. Un articolo pubblicato da Bloomberg Businessweek ricorda che, più che dividere l’Ue, gli inglesi hanno dimostrato quanto sono sempre stati isolati, “una nazione insulare che non ha mai abbracciato il progetto di integrazione europea e nel migliore dei casi ha interpretato male la propria importanza per esso”.

Ora che l’accordo per la Brexit è sul tavolo, i Paesi membri dell’Ue sono preoccupati per quanto sta succedendo con l’Italia. Per il primo ministro delle Finanze olandese, Wopke Hoekstra, lo scontro tra il governo italiano e la Commissione Ue per la manovra economica del 2019 è un problema che riguarda non solo gli italiani “ma tutti noi […] È imperativo che la Commissione faccia ciò che è nell’interesse di tutti i diversi paesi europei”, ha dichiarato Hoekstra il 19 novembre a Bruxelles.

“Di gran lunga, l’Italia è un problema più pressante ed esistenziale per Bruxelles che la Gran Bretagna – si legge in un’analisi di Bloomberg Businessweek -. Membro fondatore dell’Ue e della moneta unica, l’Italia è stata a lungo uno dei paesi più pro-Ue. Ma il suo governo a guida nazionalista sta ora mettendo a dura prova i vincoli di bilancio dell’Unione […] I governanti populisti italiani hanno insistito sul fatto che non abbandoneranno l’euro o l’Ue, anche se ciò non impedisce loro di condurre una delle più grandi sfide contro l’Unione”.

Una preoccupazione condivisa da Carlos Moedas, Commissario europeo per la ricerca, la scienza e l’innovazione dell’Ue. In un’intervista dell’ 8 novembre al quotidiano portoghese Público, l’economista aveva dichiarato che la sua più grande preoccupazione era l’Italia.

“Penso che stiamo entrando in un gioco molto pericoloso perché ovviamente non possiamo accettare il budget italiano […] Se mi chiedi tra Brexit e Italia, sono più preoccupato per la situazione in Italia, di quello che uscirà da qui, quale sarà il risultato di tutto questo. Ma credo che possiamo ancora trovare un accordo con il governo italiano”.

De Vito

L’Europa è più preoccupata per l’Italia che per la Brexit. Ecco perché

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