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La grande incertezza. Il risveglio per la Grande Coalizione dalla notte elettorale in Baviera non è dei migliori. Csu e Spd hanno perso in modo massiccio le regionali nel land più ricco d’Europa, con la Cdu merkeliana che inizia a fare i conti in chiave GroKo di governo.

E mentre tre i leader sono ormai avviati verso una lotta personale a tre, ecco la nuova veste dei Verdi tedeschi che si proiettano su scala nazionale, aspettando le elezioni in Assia del 28 ottobre.

URNE

Già un minuto dopo la chiusura dei seggi elettorali è apparso chiaro il trend: la Csu perde 12 punti e raccoglie il 37,4%. Per la prima volta si ritrova senza maggioranza assoluta nel land che da solo incide nel pil nazionale per il 19%. Secondi i Verdi di Bündnis 90/Die Grünen che dal 9% di cinque anni fa raddoppiano (al 17,7%) e si candidano ad un nuovo ruolo anche in chiave GroKo, mentre la sinistra è praticamente out con il 3,5%.

In sostanza gli storici alleati di governo della cancelliera Angela Merkel, che governano dal 1958 quasi ininterrottamente (eccezione per il 2008), per la prima volta non ottengono la maggioranza assoluta nella regione più ricca e seconda per numero di cittadini (12,5 milioni di abitanti e 9 milioni di elettori).

Addio al monocolore pluriennale dei cristiano sociali, con la contrapposizione Merkel-Seehofer che quindi proseguirà nelle prossime settimane, considerato che tra pochi giorni si voterà anche in Assia, dove per i democratici i sondaggi prevedono il peggior risultato dal 1966 ad oggi.

CHI VINCE E CHI PERDE

E’ sui temi che si è sviluppata la performances negativa della Csu, troppo appiattita sulle posizioni anti immigrati del suo leader Horst Seehofer e ministro dell’interno in coalizione con Merkel. Una direttrice di marcia che, soprattutto in questa ricchissima zona dove contano altre priorità (come la green economy, l’internazionalizzazione delle imprese, l’Ict), avrebbe consentito ai sovranisti di Afd (che sfondano quota 10% ed entrano nel parlamentino) di rosicchiare voti ai centristi.

All’orizzonte, oltre alla nota deblacle dei socialisti che proseguono nel crollo di voti e di idee, ecco la”coalizione bavarese” con i conservatori locali di Freieheitlichen Waehler, al momento all’11,5%, con cui la Csu potrebbe cercare un’alleanza in prima battuta.

Nella scala tattica, in verità, ci sono anche i liberali di Fdp al 5% su cui pare puntare l’attuale governatore della Baviera, Markus Soeder (Csu) che ha ammesso pubblicamente la sconfitta anche se ha tentato di salvare se stesso e il partito sottolineando la responsabilità di governo a carico della Csu.

I VERDI

I Verdi raddoppiano il risultato ottenuto cinque anni fa anche grazie ad una politica green di nome e di fatto. Ludwig Hartmann e da Katharina Schulze hanno fatto breccia sui giovani, anche con scelte personali originali: come quella in occasione dello scorso carnevale quando la 33enne si è vestita da Daenerys Targaryen di Game of Thrones dicendo che a ottobre avrebbe conquistato la politica bavarese per mettere fine alla maggioranza della Csu. Ma se fino a qualche anno fa i Verdi tedeschi erano più orientati a destra, adesso la mutazione genetica è avvenuta in toto e la stessa Schulze si è più volte espressa in chiave anti Afd.

«Mai più guerra, mai più fascismi» è stato il ritornello che ha sciorinato in comizi e incontri privati, precisando però che «essere antifascista non significa essere un’estremista di sinistra». Tanto per rassicurare il popolo degli industriali che affolla la Baviera.

SCENARI

Paradossalmente la Spd (che assieme alla Csu ha perso complessivamente circa 20 punti) versa in gravi difficoltà perché perde voti persino nel suo bacino storico legato alle professioni e alle sacche ideologiche socialdemocratiche, come in cinque distretti elettorali di Monaco (vedi Moosach) dove a vincere sono stati Verdi e in parte la Csu.

E spera che da queste urne possa uscire azzoppato anche qualcun altro. Il riferimento è a Seehofer, leader di partito e ministro degli interni, che adesso deve condividere il potere in Baviera dopo anni di gestione in solitaria.

Le scorie dello scontro con Merkel sull’ex capo degli 007 tedeschi non sono state ancora smaltite e c’è già chi pensa che, di qui alle europee di maggio, potrebbe essere davvero complesso per la GroKo convivere senza ultriori strappi.

E’ la ragione che spingerebbe la lader dei socialisti Nahles a provare ad uscire dalla coalizione nazionale per non perdere ulteriore consenso alle europee, dove invece arriveranno molto carichi Verdi e Afd.

Sarà sufficiente attendere pochi giorni per la decisione, in quanto un’ulteriore scossa in occasione delle regionali in Assia potrebbe sancire il “libera-tutti” e chiudere l’esperienza di governo in coalizione. Con l’ex ministro delle finanze Wolfgang  Schäuble candidato a fare il cancelliere-ponte per non spaventare i mercati.

twitter@FDepalo

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