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Siria, Iran ed euroguida: questo il menù del vertice Macron-Mbs all’Eliseo, con uno scenario mutato nel merito e nel metodo. Se fino a ieri il terreno di scontro era stato l’approccio europeo all’Iran, adesso il quadro potrebbe cambiare proprio perché Parigi ha recitato un ruolo diverso nell’ultimo anno e Mbs lo vede e lo comprende, anche se non è stato semplice convincerlo alla tappa parigina.

Macron si candida a eurocuscinetto delle questioni più spinose come Siria, Libano e appunto Iran (su cui restano le precise richieste saudite da un lato e il tatticismo francese dall’altro). Ed è ciò che auspica Riyadh per l’Europa cercandovi un interlocutore unico, ma guardando (per ora) più a Washington.

STRATEGIA

C’è stato un trittico di priorità assolutamente strategiche al centro della cena a due che Emmanuel Macron ha offerto nelle sale del Museo del Louvre al principe Mohammed Bin Salman. Non è ancora il re, ma Mbs viene trattato in pratica come tale. Mbs è oggi all’Eliseo, ma la visita ufficiale è stata preceduta da una cena solitaria dentro il Louvre. Obiettivo di Macron è stabilire un feeling personale prima che industriale, visto e considerato che il principe non aveva inserito Parigi come tappa primaria del suo tour. Se per la prima volta Mbs lascia Riyadh per un lungo periodo (1 mese) mostrando in questo modo di essere sufficientemente sicuro del suo potere, Macron (non per la prima volta) esprime tutta la sua ambizione in chiave Ue e tenta di intrecciare un primo filo con l’uomo nuovo dei sauditi.

Siria, Libano e Iran sono le priorità. Ma se a occidente Mbs può contare su una Casa Bianca rinnovata da “un rapporto mai stato così bello” (parole di un alto dirigente dell’Istituto Montaigne) è nel Mediterraneo che il principe vorrebbe capire su quali onde comunicare: e Macron punta ad offrirgli tre risposte di merito proprio su quei tre versanti appunto per accreditarsi come player. Per cui il macronismo poggerà su un’immagine della Francia come “potere di equilibrio” che si candida a curare le crescenti tensioni regionali. Non mancano gli intoppi, come l’approccio sul caso iraiano dove Mbs non gradisce tatticismi o marce indietro.

SIRIA

L’incontro Mbs-Macron giunge proprio quando in Siria è di nuovo caos. L’esercito francese non ha bombardato la base del regime siriano tra Homs e Palmyra: lo ha detto il portavoce dell’esercito francese Patrik Steiger, così come anche Washington da dove un funzionario americano ha negato il coinvolgimento dell’esercito mentre il presidente Donald Trump ha promesso di far pagare “l’alto prezzo” al regime di Bashar al-Assad per il presunto bombardamento chimico che ha causato diverse decine di morti a Douma. Per questa ragione Macron ha annunciato di volersi coordinare con Trump sul seguito da dare. E, dice qualcuno, proprio per inserirsi nella scia di Mbs.

Ma non mancano i passaggi ancora da limare. Il riferimento è alla volontà del Senato Usa di votare una mozione bipartisan per la fine del sostegno militare Usa in Yemen, ragione che ha indotto Trump a chiedere al principe di mediare con il Qatar e di immaginare una nuova fase per il Paese. In questo modo (e solo in questo) Washington potrà non spostarsi dalla posizione che ha assunto sull’Iran, che resta nevralgica per Riyadh, sulla quale Macron non ha espresso una posizione netta ma facendo l’equilibrista vuole giocare la sua partita in chiave futura, prima che presente.

AFFARI

All’orizzonte tra sauditi e francesi meno contratti militari “classici” e più scambi legati alle nuove tecnologie su turismo, archeologia, dato che già Washington ha raggiunto un accordo militare miliardario. Dopo aver venduto il suo know-how ad Abu Dhabi per la costruzione del Louvre des Sables, la Francia si prepara a firmare un accordo decennale con l’Arabia Saudita per lo sviluppo del sito archeologico di Al-Ula, aperto al pubblico dal 2008. Per avere un’idea della portata dall’affare, si pensi che il sito costa tra i 50 e i 100 miliardi di euro, parte dei quali arriverà nelle casse dello stato francese. Il sito si trova in una zona desertica situata 1 ora e 30 di volo da Riyadh, esteso come il Belgio e dotato di paesaggi di grande varietà, come pareti di roccia vulcanica nera, canyon rossi, ampie distese di sabbia bianca e palmeti. Lo sviluppo in partner con Parigi si inserisce nelle direttrici di marcia contenute nel vedemecum “Vision 2030”, ovvero trasformare siti e involucri di storia in hub culturali e turistici di altissimo profilo.

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