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Rivendicare quanto è stato fatto non per intestarsi il passato ma per indirizzare il futuro. Con questa breve premessa il programma del Partito democratico introduce i nove punti su cui intende puntare per il governo dell’Italia qualora la coalizione di centrosinistra dovesse vincere le elezioni del 4 marzo. Ecco, allora, i novi punti che lo compongono.

1) UN LAVORO DI QUALITÀ, NON L’ASSISTENZALISMO PER TUTTI

Il lavoro è un diritto, si legge nel programma depositato al Viminale, e persino un dovere. Per questo, le proposte sul lavoro del Pd prevedono “rendere la creazione di posti a tempo indeterminato economicamente più vantaggiosa” attraverso la riduzione del costo del lavoro di circa un punto all’anno “portando il costo dei contributi dal 33% di oggi al 29%” nel corso di una legislatura. Si propone l’introduzione di un “salario minimo garantito per tutti”, proseguire con il Jobs act del lavoro autonomo “togliendo la doppia tassazione sui contributi, aumentando le tutele di welfare allargato e riducendo i tempi della giustizia” e poi ancora estensione della misura degli 80 euro alle partite Iva. Ancora, partendo dalle politiche già messe in moto in passato, si punta ad avvicinare scuola e lavoro puntando al raggiungere 100 mila studenti degli Istituti tecnici superiori nel corso della legislatura. La politica industriale, poi, è un altro tassello del programma lavoro. Si prevede, quindi, la riduzione delle tasse per chi crea sviluppo “portando al 22% le aliquote Ires e Iri sul reddito delle nostre piccole e grandi imprese”, aumentare la deducibilità dell’Imu sugli immobili delle imprese e dei professionisti e creazione di un fondo per la reindustrializzazione.

2) TAGLIARE LE TASSE ALLE FAMIGLIE, NON AI MILIONARI

Nessuna flat tax per il Partito democratico, che anzi “si scontra con i principi costituzionali e con l coperture economiche”, si legge. Le proposte in ambito economico del Pd prevedono, invece, aiuti alle famiglie con figli: un assegno, fino al compimento dei 18 anni, graduale e sulla base dell’età dei figli e con limiti di reddito. Un investimento, si legge, che “vale circa mezzo punto di Pil l’anno. Poi sul fisco si propone la semplificazione delle comunicazioni tra cittadini, imprese e Agenzia delle Entrate, così come la semplificazione normativa, ossia taglio della burocrazia, con la creazione di un “codice dei tributi snello e semplificato”. La lotta all’evasione è “una priorità assoluta”. L’incrocio delle banche dati e l’innovazione tecnologica sono gli strumenti principali messi nero su bianco, ricordando anche l’introduzione del canone in bolletta che ha applicato il concetto “pagare tutti, pagare meno”. Sul mondo del credito e delle banche, le proposte vanno nella direzione del rafforzamento di “tutti i canali alternativi al finanziamento bancario, spingendo l’innovazione fintech”, l’estensione dei PIR anche ad altre piccole imprese operanti in settori ad alto valore tecnologico o ambientale e, si sottolinea “la necessità di regolamentare la tassazione agli operatori globali del web in modo equo e puntuale”. Sempre nella direzione del rafforzamento delle politiche del governo passato, si propone il raddoppiamento delle risorse per il reddito d’iclusione, in modo da raggiungere, si legge, tutte le famiglie in condizioni di povertà.

3) INVESTIRE SULL’ITALIA

Banda larga, Alta Velocità ferroviaria e piste ciclabili. Sulla linea di questi tre ambiti di intervento i muove il progetto di sviluppo sostenibile e integrato. Si punta, poi, sulla “cultura del ferro”, considerando prioritario il miglioramento delle condizioni di pendolari e cittadini che ogni giorno si muovono con il trasporto pubblico. Sullo sviluppo delle aree coinvolte da dissesto idrogeologico o sismico sulla linea traciata da Renzo Piano, facendo convergere le competenze. Infine, per migliorare la percezione dell’immagine del Made in Italy all’estero si prevede l’estensione del credito di imposta alle ristrutturazioni e ai nuovi investimenti.

4) LA SOCIETÀ DELLA CONOSCENZA

Per la scuola, si propone la promozione dell’innovazione didattica e metodologica, “ripensare l’organizzazione dei cicli della scuola”, sostenere l’apprendimento trasversale e digitale e supportare gli studenti nei cambi di ciclo e nel passaggio al mondo del lavoro. Per combattere la “povertà educativa”si propone l’invio di “un esercito di maestre e di maestri” nelle zone più marginalizzate e col tasso di dispersione scolastica più alto, in modo da invertire la tendenza. Così, si legge la promessa di “portare l’offerta a tempo pieno nelle scuole elementari del Sud ai livelli medi del Centro Nord”. Nel mondo della formazione universitaria, si propone di lanciare “un piano di reclutamento strutturale e continuativo di 10mila ricercatori di tipo B nei prossimi 5 anni, rafforzando il reddito degli studenti meritevoli”.

5) LA SVOLTA AMBIENTALE

Nelle questioni ambientali, l’economia circolare è l’opportunità che l’Italia non può farsi sfuggire. Investimenti nel settore energetico (puntando agli obiettivi del Sen, Strategia energetica nazionale), guardando all’ambiente in modo economico e non solo ideologico, vedendo l’economia verde come nuovo strumento di creazione di posti di lavoro. Poi ancora si incoraggia il milgioramento delle strutture esistenti nell’ambito dell e rinnovabili alla luce delle nuove scoperte tecnologiche. Miglioramenti in ambito di auto elettriche, sostituzioone delle auto blu in auto verdi e poi un’attenzione particolare al processo di riconversione delle ex centrali.

6) IL BENESSERE DELLA SOCIETÀ

Valorizzare i ricercatori del farmaco, far crescere il Fondo Sanitario, battaglia civile e culturale contro “gli apprendisti stregoni che soffiano sulle paure e talvolta sull’ignoranza” portando avanti la battaglia sull’obbligatorietà dei vaccini. Poi ancora si parla di rafforzare l’indennità di accompagnamento per chi ha più bisogno, sviluppo di nuove azioni per accrescere l’indipendenza delle persone con disabilità investendo su tecnologie e programmi di partecipazione scolastica. In ambito pensionistico, l’obiettivo principale è la piena attuazione dell’accordo tra i governo e i sindacati del 2016, ampliando gli strumenti di flessibilità in uscita (ape volontaria, opzione donna). Inoltre, si propone l’introduzione di una “pensione contributiva di garanzia per i giovani con carriere discontinue e redditi bassi”. Tra le novità, l’introduzione di un mese di Servizio civile obbligatorio in sinergia tra scuola e terzo settore.

7) UN EURO IN SICCUREZZA, UN EURO IN CULTURA

La cultura è fondamentale, si legge nel programma del Pd, per questo si arriverà, nel corso di una legislatura, a far crescere gli investimenti in cultura e sicurezza – allo stesso modo – arrivando al 2% del Pil. Si afferma, inoltra, che per vincere la paura è necessario “concedere la cittadinanza a chi, nato in Italia, si attieme alle regole e ai percorsi scolastici, culturali, linguistici che il nostro Paese offre”.

8) LA MACCHINA PUBBLICA

Semplificazione, ancor più necessaria dopo i risultati del referendum del 4 dicembre del 2016, è la parola chiave della prossima legislatura per quanto riguarda il sistema politico e istituzionale italiano. Massimo sviluppo delle realtà territoriali e della cooperazione istituzionale a più livelli, digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e sblocco del turnover per agevolare il ricambio generazionale sono inoltre obittivi imprescindibili, nel programma del Pd di Renzi. Inoltre, si sottolinea la volontà di valorizzare “l’Anac, decisiva nel successo di molte iniziative quali per esempio Expo”. Anac, si legge, “va oltre il singolo provvedimento e mostra una leadership italiana nella lotta alla corruzione che è stata riconosciuta più volte ache in sede di riunioni internazionali a cominciare dal G20”.

9) VERSO GLI STATI UNITI D’EUROPA

Fiducia nell’Europa, ma anche volontà di migliorarla e modificarla. Tra le proposte del Pd sul rapporto con l’Unione europea si legge la volontà di richiedere l’elezione diretta del presidente della Commissione europea, unificazione di presidenze di Commissione e Consiglio, istituzione di unministero delle finanze per l’area Euro. Poi, tra i paesi che saranno disposti a puntare su una maggiore integrazione europea, si propone la creazione di una Unione Fiscale e una Unione Sociale, radicando anche su questo versante la cittadinanza europea.

L’Europa, spiega il Pd, deve essere più presente anche negli scenari internazionali, migliorando il rapporto con l’Africa e non solo. L’Ue, inoltre, deve prendersi carico del problema dlle migrazioni, superando il principio contenuto nell’accordo di Dublino del 2003. La solidarietà sulla crisi dei migranti, inoltre, vedrà da parte del Pc una risposa nel bilancio europeo: “vogliamo stabilire una correlazione tra i soldi che l’Italia mette come Paese contributore nel bilancio europeo e gli impegni che i Paesi che ricevono quei soldi mettono nella gestione della migrazione”. Inoltre, all’Europa si chiede il superamento del vincolo dell’austerità, perché la filosofia del Fiscal Compact non incoraggia gli investimenti economici in Europa.

(Qui il programma completo)

Ecco il Programma del Partito Democratico

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