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“In coordinamento con il dipartimento di Giustizia, l’Fbi ha recentemente attuato procedure per facilitare la condivisione di informazioni sull’influenza maligna straniera con le società di social media, in modo da sostenere la libertà delle società private di decidere autonomamente se e come intervenire su tali informazioni”.

Con questa dichiarazione un portavoce dell’Fbi ha confermato la notizia, data da NBC News, del riavvio da parte del Bureau del programma per dialogare con i colossi tecnologici come Microsoft, Google e Meta per contrastare le attività di influenza straniera come la diffusione di propaganda. Il progetto era stato avviato dall’amministrazione Trump ma poi fermato da quella Biden a seguito di un’inchiesta repubblicana alla Camera. Nelle scorse settimane il direttore dell’Fbi ha lanciato diversi appelli in vista delle elezioni 2024 con rischio interferenze da parte di attori come Cina, Russia, Iran e Corea del Nord. La Foreign Influence Task Force dell’Fbi, responsabile dei briefing, ha ripreso le attività poco più di due settimane fa, probabilmente anche in vista delle elezioni di novembre.

Nonostante, scrive NBC News, le aziende abbiano continuato a scambiarsi dettagli fra di loro, la condivisione di informazioni da parte del governo non sembra al livello precedente. Pesa, infatti, l’inchiesta sopracitata, chiesta dai repubblicani che hanno causato l’amministrazione Biden, e in particolare l’Fbi, di cospirare per aiutare la campagna del presidente Joe Biden (accuse respinte anche dalle società).

In genere i briefing prevedevano che i rappresentanti dell’Fbi fornissero alle aziende le informazioni che la comunità di intelligence statunitense aveva raccolto su presunti propagandisti stranieri dedicati. Sebbene le aziende che hanno ricevuto i briefing abbiano raramente condiviso i dettagli in merito, a volte Meta ha citate nelle relazioni trimestrali di aver chiuso campagne di presunto “comportamento inautentico coordinato” sia da parte dell’Iran sia da parte di persone precedentemente associate all’Internet Research Agency russa, dopo esserne venuta a conoscenza attraverso l’Fbi.

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Il Bureau ha riavviato un programma per dialogare con i colossi tecnologici come Microsoft, Google e Meta al fine di contrastare le attività di influenza straniera (russa, cinese, iraniana o nordcoreana) come la diffusione di propaganda. Al lavoro c’è la Foreign Influence Task Force

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