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L’Ucraina ha subito un “massivo” attacco hacker contro strutture strategiche del Paese. Il ministero degli Esteri, tra i dicasteri colpiti, dichiara che al momento è ancora troppo presto per trarre conclusioni su cosa sia successo, ma sono in corso le valutazioni dei danni. Diversi siti web del governo ucraino sono finiti “down” e non è chiaro se ci siano stati furti di materiale. Anche la Difesa, il ministero dell’Istruzione della Scienza e del ministero delle Politiche agrarie sono fuori uso.

“Ucraini! Tutti i vostri dati personali sono stati diffusi sulla rete pubblica”, è il messaggio, scritto in ucraino, polacco e russo, che apre i siti coinvolti: “Tutti i dati del tuo computer sono stati cancellati e non saranno recuperabili. Tutte le informazioni su di te sono diventate pubbliche, temi e aspettati il peggio”.

La situazione è per ora evoluzione, mentre i cieli sopra al Mar Nero sono battuti dagli aerei ISR statunitensi che probabilmente stanno cercando di raccogliere anche in questo modo informazioni sull’accaduto. È evidente che il cyberattack si inquadra in una fase di particolare tensione, con la Russia che ha ammassato da settimane migliaia di truppe al confine ucraino scatenando la reazione di Stati Uniti e Nato. Funzionari di Washington e Bruxelles hanno tenuto colloqui con quelli di Mosca in questi giorni senza raggiungere punti di contatto. Anzi, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha parlato di un rischio potenziale di scontro militare in Europa, mai stato così alto come adesso.

La pazienza della Russia con le azioni dell’Occidente è giunta al termine, ci siamo imbrigliati per molto tempo, ora è il momento di andare avanti, ha detto il ministro degli Esteri di Mosca, Sergei Lavrov, seguendo un innalzamento dei toni retorici con cui il Cremlino sta trattando la situazione. “Siamo pronti per ogni sviluppo – ha aggiunto – mentre attendiamo risposte da Nato e Stati Uniti sulle richieste di garanzie”. Mosca soffre di una sindrome di accerchiamento mentre osserva l’espansione dell’Alleanza Atlantica lungo i propri confini e l’Ucraina è un terreno di scontro.

La Russia ha più volte compiuto attacchi informatici contro l’Ucraina. Azioni che sono di solito portate a termine da gruppi ibridi, collegati solo informalmente alle intelligence (come il Gru, i servizi segreti militari) e che permettono al Cremlino diversi livelli di separazione dalle vicende. Uno di questi attacchi, nel 2017, fece perdere completamente il controllo della rete elettrica del paese a Kiev, che si ritrovò anche i bancomat bloccati, le stazioni di rifornimento disattivate e persino il sistema di monitoraggio delle radiazioni provenienti dalla ex centrale di Chernobyl smise di funzionare.

La campagna ibrida con cui la Russia nel 2014 ha preso il controllo della Crimea e scatenato la guerra (ancora attiva) nel Donbas è stata costellata da azioni di hacking, che state usate anche a supporto dell’infowar costante con cui Mosca pressa l’Ucraina.

In una nota, la Nato dice di aver lavorato a stretto contatto con l’Ucraina per anni per aiutare a rafforzare le sue difese informatiche. “Gli esperti informatici della Nato — continua — della Nato a Bruxelles hanno scambiato informazioni con le loro controparti ucraine sulle attuali attività informatiche dannose. Gli esperti alleati nel paese stanno anche sostenendo le autorità ucraine sul terreno. Nei prossimi giorni, la Nato e l’Ucraina firmeranno un accordo su una maggiore cooperazione informatica, compreso l’accesso ucraino alla piattaforma di condivisione delle informazioni sui malware della Nato. Il forte sostegno politico e pratico della Nato all’Ucraina continuerà”.

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