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Nella prospettiva futura di rendere la Luna abitabile per gli esseri umani, si dovranno utilizzare le risorse presenti in loco anziché trasportarle costosamente dalla Terra, tra queste vi è anche l’ossigenouna delle risorse più importanti per colonizzare il satellite naturale in modo sostenibile. Per questo l’Agenzia spaziale europea (Esa) ha scelto Thales Alenia Space (Tas), joint venture tra Thales (67%) e Leonardo (33%), per studiare insieme lo sviluppo di un payload destinato all’estrazione di ossigeno dalle rocce lunari, per un valore contrattuale di un milione di euro.

L’accordo

Thales Alenia Space ha lavorato insieme ad Avs, Open University, Metalysis e Redwire Space Europe per sviluppare un payload dimostrativo per l’estrazione dell’ossigeno dalla superficie lunare da inviare sul satellite con una missione europea. Il prototipo è risultato essere la proposta vincente nella gara di Esa che ha coinvolto diversi consorzi industriali, e funziona utilizzando l’elettrolisi del sale fuso per estrarre ossigeno dalla “regolite” (roccia lunare) al fine di sostentare le future colonie lunari. “L’adattamento dei processi e degli strumenti all’ambiente spaziale, molti dei quali diamo per scontati sulla Terra, sarà cruciale nel nostro futuro”, ha infatti dichiarato il ceo di Thales Alenia Space nel Regno Unito, Andrew Stanniland.

Tas e la sfida industriale lunare

Thales Alenia Space è in realtà già impegnata in diversi progetti destinati alla Luna e all’abitabilità della sua superficie. Tra questi, si occupa dei sistemi termomeccanici sul modulo di servizio europeo per Orion, il veicolo spaziale costruito dalla Nasa per essere usato nelle missioni di Artemis. A ciò si aggiunge il contributo per il Lunar Gateway, il progetto internazionale guidato da Nasa ed Esa, che rappresenta uno dei pilastri del programma Artemis a supporto della presenza sostenibile sulla Luna e dell’esplorazione spaziale più lontana. Con le sue circa quaranta tonnellate il Gateway sarà assemblato pezzo per pezzo in modo automatico per essere collocato in orbita intorno alla Luna, e comprenderà per lo più moduli abitativi per l’equipaggio (sarà in grado di ospitare equipaggi da quattro persone per periodi fino a tre mesi) insieme a moduli logistici e sistemi di comunicazione e propulsione. Pur non essendo destinato ad un’occupazione permanente, svolgerà anche un ruolo rilevante nel preparare la Nasa a inviare i primi esseri umani sul Pianeta rosso dal 2030. In questo processo Thales Alenia Space gioca un ruolo sviluppando i moduli I-Hab (international habitat) e Esprit (sistema europeo di rifornimento, infrastrutture e telecomunicazioni) destinati al Lunar Gateway. Inoltre la società sta realizzando per Northrop Grumman anche il modulo pressurizzato destinato ad Halo, l’avamposto di abitazione e logistica che costituirà uno dei primi due elementi del Lunar Gateway, il cui lancio è previsto entro la fine del prossimo anno.

La corsa alla Luna

La corsa alla “colonizzazione” lunare ha subito una forte accelerazione negli ultimi anni, basti guardare alla corsa della Cina per raggiungere la Luna prima degli Stati Uniti. Nel 2019 la sonda lunare del Dragone, Chang’e-4, è atterrata per la prima volta nella storia dell’umanità sul lato più lontano del satellite, mentre a dicembre del 2020 la sonda Chang’e-5 ha riportato a Terra oltre mille grammi di campioni lunari, e vi è l’intenzione di proseguire l’esplorazione della superficie lunare con le due sonde Chang’e 6 e 7. Anche Thales Alenia Space punta con la propria industria a progettare soluzioni avanzate che permettano in futuro una presenza umana prolungata sulla Luna. Vi è, ad esempio, l’European large logistic lander (El3), un sistema versatile che supporterà diverse missioni, fornendo servizi di cargo e logistica sia per le missioni guidate dalla Nasa tramite Artemis, sia per la missione europea destinata a studiare il Polo sud del satellite

(Immagine: Thales Alenia Space)

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