Skip to main content

Baltico, Nord, Pacifico, Mar Caspio, Mar Nero e fra qualche tempo anche Artico: i comandi navali russi potrebbero ampliarsi, perché Mosca sta pensando di dedicare all’estremo nord un reparto separato della propria marina. Indice di come il teatro artico assuma centralità nell’interesse strategico della Russia di Vladimir Putin – il leader che “ispira film, libri, poesie, notizie, persino miti e leggende!” come scrive l’account del ministero degli Esteri in occasione del sessantanovesimo compleanno del presidente.

Foto pubblicata dal profilo Twitter ufficiale della Russia

L’attenzione alla rotta polare è un pallino russo (e non solo), riacceso da potenzialità collegate allo scioglimento dei ghiacci e alla volontà (russa, più che altro) di sfruttare la situazione per veicolare i traffici commerciali verso una via d’acqua su cui potrebbe esercitare un controllo preferenziale. La nuova Flotta dell’Artico, se sarà creata (o quando sarà creata, conti permettendo), dovrà occuparsi della sicurezza marittima, ma è evidente la profondità geopolitica del comando.

La notizia è stata fatta uscire sulla TASS, che alla flotta dedica un articolo simulando di trattare un’indiscrezione fornitagli da una fonte della marina russa: sembrerebbe quasi credibile a chi non sa che l’agenzia, erede di quella omonima fondata dal Consiglio dei commissari del popolo dell’URSS, è un’impresa pubblica a tutti gli effetti. E dunque quel che scrive è praticamente un comunicato stampa del Cremlino. Le indiscrezioni pubblicate servono come attività di propaganda e infowar. Aspetto che rende ancora più interessante la vicenda.

Secondo quanto noto, la Flotta dell’Artico coprirebbe le aree che passano per il Mare della Siberia orientale, il Mare di Laptev e il Mare di Kara. Così facendo, quella del Nord avrebbe il controllo dell’Atlantico settentrionale e quella del Pacifico si limiterebbe a Barents; per ora le due flotte si dividono geograficamente l’immenso segmento artico. Basta una ricognizione (anche solo geografica, appunto) per comprendere che la componente navale russa difficilmente avrebbe rivali adeguati nel quadrante.

Per Mosca la supremazia di quel tratto di mare è componente indispensabile della strategia con cui vuole trasformare lo stesso in una rotta preferenziale. Fu lo stesso Putin a suggerire, quando il canale di Suez era bloccato dall’incidente del supercargo “Ever Given”, la necessita di implementare il passaggio per l’Artico. Lo spazio è ambito e sensibile, ed è soprattutto uno (tra i vari) in cui la bromance tra Mosca e Pechino rischia di entrare in frizione, vista la competizione che domina l’interesse di entrambi nel quadrante. L’annuncio cerca di anticipare le mosse cinesi, sfruttando l’attenzione e le risorse che il Partito/Stato dovrà dedicare all’Indo Pacifico – dove Usa e alleati stanno creando la cortina di contenimento cinese.

La Russia prepara una flotta per dominare l’Artico

Una Flotta dell’Artico potrebbe dominare il quadrante in cui Putin vuol veicolare le rotte commerciali globali. L’annuncio serve anche per giocare d’anticipo davanti a concorrenti importanti, come la Cina

Intelligence economica, è tempo di una struttura nazionale (come in Francia)

Se vogliamo che l’Italia continui a mantenere un ruolo di primo piano a livello internazionale, dobbiamo rapidamente aggiornare gli strumenti essenziali per la nostra competitività. La riflessione di Enrico Borghi, membro Copasir e responsabile politiche della sicurezza Pd

Passato il (non) conflitto Salvini-Draghi, resta la buona riforma del Fisco

Il tormentone andato in onda per due giorni si è già risolto grazie alla posizione assunta dal premier che ha specificato come “questo governo non tassa, non tocca le case degli italiani” e allo stesso tempo “non può seguire il calendario elettorale”. Ma cosa contiene davvero questa legge delega sul fisco? L’analisi di Luigi Tivelli

Tentativi di Ulivo, attecchirà a Roma con Gualtieri? Forse... Il mosaico di Fusi

Come Berlusconi nel ’94, Gualtieri potrebbe riuscire nell’impresa di governare pur avendo alleati riottosi. Le mire del segretario Pd Letta vanno però nella direzione di un “nuovo Ulivo” che metta insieme tutte le forze di sinistra e moderate, da Conte a Calenda, arruolando anche Renzi. Sarà Roma il laboratorio di possibili future intese nazionali?

Scholz si scalda, Laschet in panchina. Il dopo-Merkel visto da Berlino

Olaf Sholz ha iniziato i negoziati con i Verdi e i Liberali per formare un governo. Il risultato non è scontato ma sembra possa farcela. Nel frattempo Laschet è pronto a farsi da parte, in un coro di critiche dal partito, mentre Merkel annuncia che arriverà un governo prima del previsto

Economia e politica. Cos’ha spinto Mbs a comprare il Newcastle

Il fondo saudita è pronto a rilanciare St. James’ Park forte di un patrimonio di gran lunga superiore a quelli di Psg e Manchester City. I tifosi sognano, le Ong protestano, la politica nicchia

O la Polonia lascia l'Unione europea, o il PiS lascia il governo?

La Costituzione polacca è vincolata al rispetto del diritto internazionale, dunque le istituzioni di Varsavia non possono appellarsi all’ordinamento nazionale per eludere gli obblighi derivanti da un trattato internazionale. Fino a dove porterà la crisi con Bruxelles innescata dal partito di Jarosław Kaczynsky?

Cosa distingue guerra fredda (con l'Urss) e pace fredda (con la Cina)

“Pace fredda” è un’espressione usata per indicare il confronto strategico fra gli Usa e la Cina. Strutturalmente molto diversa della “guerra fredda” con l’Urss, è molto più complessa. Le strategie per affrontarla devono essere globali: non solo militari, ma in primo luogo tecnologiche, economiche, finanziarie, politiche e anche infrastrutturali. L’analisi di Carlo Jean

L'inflazione c'è (e si sente). E durerà. Ora Lagarde lo sa

La presidente della Bce Christine Lagarde ammette che il surriscaldamento dei prezzi, figlio del rincaro delle materie prime e della crisi energetica cinese, potrebbe essere strutturale e non più passeggero. E lo pensano anche gli economisti delle Generali

Chi fa figli vada prima in pensione? Mastrapasqua smonta l’idea di Cottarelli

Difficile pensare che a 30 anni si facciano figli per avere un “vantaggio” trent’anni dopo: l’aiuto per i figli serve subito, non può essere postdatato. Dietro c’è la diffusa idea distorta secondo cui le risorse accumulate nel sistema previdenziale si possono recuperare quando si crede che ci siano altri più impellenti bisogni

×

Iscriviti alla newsletter