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Se imprese e lavoratori d’Italia hanno chiaro in mente il vademecum da osservare per evitare contagi da coronavirus, c’è un settore dove invece si procede ancora a macchia di leopardo, con lentezza rispetto alla politica e senza una regia comune. Il calcio europeo sta vivendo una fase complicatissima, dettata dal fatto che la mancata uniformità di azioni e provvedimenti può esponenzialmente essere foriera di nuovi casi di contagio, prima che di conseguenze finanziarie così come in tutti gli altri ambiti. Ecco un ricognizione (anche economica) nel caos del pallone, in attesa della decisione che l’Uefa dovrebbe prendere martedì prossimo.

LE DECISIONI DELLA UEFA

Il massimo organismo europeo, la Uefa, si riunirà martedì prossimo con le 55 federazioni associate, i board della European Club Association, della European League e della Fifpro per decidere su Coppe ed Europeo (sperando che nel frattempo non aumentino i contagi nel pallone).

Fino a ieri la sua posizione era di voler giocare le coppe e da questa posizione pare non voler recedere. Le due gare degli ottavi di Europa League di Roma e Inter, in programma per oggi, non si giocheranno, sia perché i giocatori nerazzurri sono in quarantena dopo che il difensore juventino Daniele Rugani è risultato positivo al tampone, sia perché gli avversari spagnoli del Getafe da ieri hanno annunciato che non avrebbero affrontato la trasferta milanese al Meazza.

Un’immagine è molto significativa sul caso: due giorni fa l’Atalanta ha giocato a Valencia la gara di Champions e il capitano dei bergamaschi, Papu Gomez, è stato costretto a respingere fisicamente un giornalista (e dandogli del pagliaccio) che gli si era avvicinato a pochi centimetri. Come dire che fuori dall’Italia non tutti hanno avuto la percezione delle misure di prevenzione da attuare.

La Spagna nelle ultime ore sembra averlo compreso e la Liga con ogni probabilità oggi deciderà di fermarsi, infatti ha già rinviato la finale di coppa del Re del 18 aprile. In Germania c’è il primo caso, il difensore dell’Hannover Timo Hubers. Per questa ragione si pensa allo stop dei campionati, ma visto l’esempio italiano qualcuno preme perché le misure fossero state prese già ieri.

EURO 2020

Nyon fino ad oggi sembra non aver capito che il mondo dello sport, e quindi anche il mondo del calcio, ha gli stessi anticorpi degli altri lavoratori e non è immune da contagio. Il presidente, lo sloveno Aleksander Čeferin, ha ribadito di essere intenzionato di portare avanti comunque coppe ed Europeo. Ma dall’Italia la Lega di serie A chiede di fermare tutto con la proposta di rimandare il torneo continentale al 2021.

Ceferin pur di non far saltare la manifestazione, legata a doppia mandata a contratti e sponsorizzazioni, starebbe pensando di spostare le gare in un paese dove non ci sono casi di contagio, con la Turchia prima candidata. Ma chi può sapere se fino alla prima partita il Paese ospitante non sarà stato nel frattempo infettato? Sulla stampa spagnola era circolata l’ipotesi, ripresa dalle agenzie italiane, di Coppe Europee sospese già oggi. Ma poi è arrivata la precisazione dell’Uefa che ha rimandato la decisione a martedì prossimo.

SERIE A

In virtù del nuovo decreto che scadrà il prossimo 3 aprile, l’Italia ha deciso non mandare i calciatori del proprio campionato nelle rispettive nazionali per gli impegni di marzo. Da programma, l’Italia dovrebbe giocare a porte chiuse il 27 marzo a Wembley contro l’Inghilterra e il 31 a Stoccarda contro la Germania ma si dovrebbe andare verso il forfait. La situazione nel campionato italiano, come osservato dal presidente dell‘Aic (Associazione Italiana Calciatori) Damiano Tommasi, era chiara già da giorni: la vicinanza fisica di giocatori e staff durante gli allenamenti e durante le partite poteva essere un pericolo.

Per questa ragione il ministro dello sport Vincenzo Spadafora già all’indomani del primo decreto del Presidente del Consiglio aveva chiesto alla Lega di valutare lo stop al pallone. Lo stesso ministro oggi in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport difende le sua intuizione e dice di aver ricevuto insulti e pressioni per non sospendere il campionato, “tutto solo per soldi”.

SPONSOR E DIRITTI TV

Appunti i soldi. Cosa accadrà ai diritti tv legati al calcio che hanno impedito, ad esempio, di trasmettere in chiaro il derby d’Italia tra Juventus e Inter di lunedì scorso come chiedevano in molti?

Lunedì prossimo si terrà l’assemblea di Lega in videoconferenza per affrontare il tema dei diritti 2021-24 e quella sarà l’occasione per dirimere dubbi e preoccupazioni, per società e addetti. Per un mese di stop si ipotizza la perdita di 20 milioni di euro, ma sono cifre che andranno riviste al rialzo.

twitter@FDepalo

Champions e Serie A, ricognizione (anche economica) nel caos del pallone

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