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Sono otto le trappole da cui tentano di salvarci Nicola Barone e Paolo Legrenzi nel volume, scritto a quattro mani e di recentissima pubblicazione, “Guida razionale per elettori emotivi”. Un saggio divertente e inquietante al tempo stesso che spiega agli elettori, appunto, come non inciampare nei trabocchetti elettorali, che spesso traggono vantaggio dall’inesperienza e dall’impreparazione del cittadino comune. Ed è, di contro, proprio questo il grande pregio del libro scritto a quattro mani dal giornalista del Sole24Ore e dallo psicologo cognitivo: riesce a spiegare, in maniera semplice e con le parole adatte, i “lavori elettorali” anche ai non addetti ai lavori. Formiche.net ha deciso di coinvolgere entrambi in una conversazione per scavare ancora più a fondo dei meandri delle trappole elettorali.

Guida razionale per elettori emotivi: come nasce il volume e perché e da chi l’elettore ha bisogno di difendersi?

Paolo Legrenzi: Il libro nasce con l’ambizione di comprendere i flussi elettorali degli ultimi anni e perché in molti si pentano del proprio voto. Nel tempo si registra un sempre minore legame fra le scelte dell’elettorato e i programmi elettorali; se prima il cittadino votava facendo un’analisi costi-benefici fra i propri interessi e le promesse del partito, oggi le dinamiche sono completamente diverse. Oggi il politico deve innanzitutto chiedersi come catturare l’attenzione dell’elettore di fronte a una cascata di informazioni che invadono lo spazio vitale della persona, costantemente esposta ai molteplici medium della comunicazione digitale, impostata su tempi brevi e messaggi ipersemplificati. Il libro vuole mostrare questi meccanismi, con l’obiettivo di spiegare a chi sceglie – chi votare, cosa acquistare, cosa guardare – perché lo sceglie e quali fattori lo influenzano nelle scelte.

Nicola Barone: Alla fine, il nostro è un libro che somiglia più a un pamphlet. Abbiamo scelto un titolo e un sottotitolo che in qualche modo incoraggino a guardare il tema da una prospettiva semplice, al pari di una guida che spiega come parlare in pubblico. Ha la stessa impostazione di un bugiardino, prende per mano il lettore per avvicinarlo, in maniera semplice, a quei processi mentali che lo spingono verso determinate scelte. Si tratta di un argomento già ampiamente trattato, ma speriamo di  aver fornito una prospettiva differente da quelle abituali. Non è la logica di fondo ad essere innovativa, bensì – speriamo – il suo approccio. Diciamo che l’emergere di figure come Trump, Le Pen, Farage, Johnson, ci ha portato a interrogarci su quali sono i meccanismi che governano le scelte e a volerli condividerli con chi, poi, quelle scelte le va a compiere.

Qual è la minaccia più grande a una scelta consapevole?

Paolo Legrenzi: L’ignoranza. Mentre prima c’era l’aspettativa illuministica che incrementare la conoscenza di chi prende una decisione servisse a dare razionalità alla stessa, oggi invece l’ignoranza finisce per essere una risorsa e non un limite. In politica l’ignoranza dell’uditorio diventa una risorsa da sfruttare per acquisire consenso. Steve Bannon ne è l’esempio più luminoso. Si “guadagna” dall’ignoranza, intesa come assenza di conoscenza dell’interlocutore, rispetto ai meccanismi con cui vengono incanalate le nostre preferenze.

Nicola Barone: Ecco, noi suggeriamo delle strade percorribili per acquisire queste conoscenze e fare propri questi meccanismi, di modo che chi legge questo volume – speriamo – possa prendere delle decisioni che vadano nel proprio interesse e superare quell’analfabetismo capillare in merito a temi come immigrazione, sicurezza e così via. Purtroppo quando ci si convince di qualcosa è difficile cambiare idea, anche quando questo cambiare idea è supportato da dati scientifici. Per questo, e per difendere il processo democratico, abbiamo cercato di spiegare alle persone non chi e come devono votare ma come votare in maniera più consapevole.

Paolo Legrenzi: Ricordiamo che, anche se la politica tende a marciarci sopra, l’ignoranza rappresenta un ostacolo. Se giriamo in una città che non conosciamo, una mappa non può che esserci d’aiuto. La mappa serve, e questo vale per ogni ambito. Anche per la politica.

Le persone, così come gli elettori – lo suggerite nel libro – tendono per loro natura a cercare conferme. È un po’ la logica del like, che pervade la nostra società. Ed è anche una delle otto trappole che indicate nel libro. Come uscirne?

Paolo Legrenzi: Avere fiducia negli altri, o quantomeno in quello che dicono gli altri, è innato nell’uomo. Questo perché confutare un’idea è un processo oneroso e richiede molte risorse cognitive e mentali.

Nicola Barone: È naturale che se mi trovo seduto al cinema e all’improvviso tutti iniziano a correre, inizi a correre anch’io perché il cervello mi dice che c’è un pericolo. L’uomo si orienta quasi sempre sulla base di quello che vede perché è un animale sociale, soprattutto quando non sa che fare. Ma c’è un rovescio della medaglia, il rischio che alla fine ci si adagi su certezze prive di consistenza e perdendo la capacità di ragionare, autonomamente e razionalmente, sulle nostre scelte. Andando a minare, fra l’altro, i fondamenti stessi della democrazia.

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