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Nel giorno più difficile per la politica italiana degli ultimi due anni, chi ogni anno presta all’Italia 400 miliardi per far funzionare la macchina statale e dunque consentire la vita quotidiana di milioni di cittadini, si è fatto un’idea precisa sulla crisi di governo. E cioè, sarebbe un errore andare al voto tra un mese o poco più, in piena sessione di bilancio. Quattordici mesi in gialloverde, come raccontato ieri da Formiche.net, costeranno all’Italia 5 miliardi di euro in spesa sui titoli emessi. Non spiccioli.

Lo spread, il contatore della sostenibilità del nostro debito pubblico (quasi 2.400 miliardi), durante l’intervento del premier dimissionario si è mantenuto pressoché stabile a 212 punti base rispetto all’apertura di questa mattina a 211,2 punti, per poi ripiegare a 207 punti base e infine a 200. Il tasso di rendimento si attesa all’1,413%. Questo significa che i mercati, nonostante il passo indietro di Conte, continuano a credere alla possibilità di un governo di mezzo in grado di approvare una manovra profondamente filo-europea: senza deficit aggiuntivo e senza misure poco gradite a Bruxelles, quali flat tax e salario minimo. Certo, il rischio voto c’è perché data ormai per certa la rottura insanabile tra M5S e Lega, se un asse tra Pd e Movimento non dovessere prendere corpo, le urne rimarrebbero l’ultima strada.

Non c’è solo lo spread a dare la cifra circa la scelta dei mercati sulla nostra politica. Una serie di analisti finanziari interpellati dall’Adnkronos, hanno spiegato come la soluzione ideale sarebbe un esecutivo Pd-M5S, dunque niente urne. I mercati finanziari vedono insomma con favore la formazione di un governo Ursula, sostenuto da M5S e Pd. Un esecutivo europeista appoggiato dai partiti che al Parlamento europeo hanno votato a favore della nuova presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, Pd, M5S e Forza Italia, sarebbe in grado di affrontare la manovra finanziaria, evitando un’aspra campagna elettorale, e di far scendere lo spread fra Btp e Bund.

“C’è la possibilità di assistere a un notevole riallineamento dell’Italia all’Unione europea”, spiega Wolfram Mrowetz, vicepresidente e amministratore delegato di Alisei Sim. “Sembra che ci sia una forte spinta e una volontà dei partiti verso un governo Ursula. “In questo caso avremmo un governo molto diverso dal precedente, molto più allineato all’Europa e ai suoi obiettivi”.

Per Luca Gabriele Trabattoni, a capo dell’Italia per la svizzera Ubp, Unione Bancaire Privée, un ritorno immediato al voto aprirebbe una fase di incertezza, poco gradita ai mercati. “Se si va a elezioni, probabilmente aumenterà lo spread, che potrebbe tornare in zona 250 e forse andare anche oltre”. Con le elezioni e la campagna elettorale, secondo Trabattoni, “si aprirebbe uno scenario di incertezza, non tanto su quella che potrebbe essere una futura coalizione, ma piuttosto su quali potrebbero essere gli impatti economici: se la manovra finanziaria arriverà in scadenza nei termini previsti e soprattutto se questa sarà accettata dalla Commissione Europea, cosa tutta da vedere”.

“Ci aspettiamo un buon andamento dei titoli di Stato italiani se diventerà più chiaro che le elezioni saranno rinviate al 2020”, concorda infine Nick Wall, co-gestore del fondo Merian Strategic Absolute Return Bond di Merian Global Investors.

Conte lascia, ma lo spread scende: i mercati non credono al voto

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