Skip to main content

Istanbul – Una vittoria netta e convincente. La dimostrazione che la leadership dell’Akp, anche a Istanbul è in crisi e che il presidente della Repubblica, Recep Tayyip Erdogan, avrebbe fatto meglio ad accettare una sconfitta per poche migliaia di voti piuttosto che affrontare una Caporetto del genere.

LE FOTO

 

Ekrem Imamoglu, imprenditore, 49 anni, è il nuovo sindaco di Istanbul, dopo aver battuto Binali Yildirim, ex premier e uomo di fiducia del presidente, con il 54% dei consensi contro il 45%. Il Chp, il Partito repubblicano del popolo, di orientamento laico e repubblicano, conquista dopo 24 anni la megalopoli sul Bosforo nel modo più convincente possibile. Oltre alla poltrona del primo cittadino, infatti, ha sotto il suo conto 28 dei 39 distretti in cui si divide Istanbul.

L’ELEZIONE PRECEDENTE

Lo scorso 31 marzo, sempre Imamoglu aveva vinto con un vantaggio di 13mila voti. Il partito di maggioranza aveva fatto ricorso all’Alta commissione elettorale che, dopo oltre un mese, il 6 maggio aveva deciso di far ripetere le elezioni, motivando questa scelta con il fatto che erano state riscontrate irregolarità nelle operazioni di scrutinio. Questa almeno era la motivazione ufficiale. In realtà sono in molti a pensare che siano stati obbligati ad agire così dal capo di Stato, che davanti a un risultato alle amministrative deludente non voleva perdere anche la città simbolo della Turchia moderna. Ieri sera non gli è rimasto altro che complimentarsi con il neo sindaco con un tweet.

LA SFIDA DI IMAMOGLU

Grande festa in casa Chp, quindi. Ma adesso, Imamoglu, deve dimostrare che, oltre che un personaggio emergente sulla scena politica, curato nei minimi dettagli dal punto di vista dello storytelling e del marketing, è capace anche di governare. La sua esperienza come sindaco di un distretto lascia presagire che sarà all’altezza delle aspettative, che sono enormi. Ma un conto è gestire 340mila abitanti, un conto 16 milioni.

Oltre al dato numerico, ci sono altre questioni da considerare. La prima è quanto reale appoggio Imamoglu otterrà dal suo partito di cui comunque, è bene ricordarlo, rappresenta l’ala più conservatrice e nazionalista. La seconda è come riuscirà a essere il sindaco di tutti, come si è voluto definire lui, in una città che porta in seno tutti i contrasti e le contraddizioni della Turchia moderna.

Il primo aspetto che dovrà considerare è il rapporto con i curdi, un serbatoio di voti da oltre un milione e mezzo di persone, per i quali Imamoglu rappresenta un’alternativa a Erdogan, ma che temono di ritrovarsi con un leader più laico e democratico, ma non meno nazionalista di quelli che lo hanno preceduto. Bisogna poi vedere come deciderà di comportarsi Erdogan che, non dimentichiamolo, avrà anche perso Istanbul e sarà in crisi, ma ha ancora un potere pressoché assoluto, con il quale può mettere in difficoltà Imamoglu per primo dal punto di vista economico, impedendogli così di lavorare.

CHE TIPO DI TURCHIA VORRÀ IL NUOVO SINDACO?

Infine, è opportuno sottolineare una cosa. I facili entusiasmi in Turchia sono perfettamente comprensibili, fuori no. Imamoglu ha grandi ambizioni nazionali, ma prima deve dimostrare di saper governare. E anche in quel momento, pure rappresentando una boccata di ossigeno rispetto a Erdogan, non è, o almeno non è ancora, il leader che una parte di Occidente sta aspettando. Per il momento si parla solo di Istanbul. Se riuscirà nel suo intento, poi Imamoglu dovrà spiegare che Turchia ha in mente. Solo allora si vedrà se vorrà porsi in una strada di reale riformismo o continuare a incarnare il carattere più nazionalista e sostanzialmente anche anti europeo che caratterizza l’ala del suo partito da cui proviene.

 

Erdoğan perde Istanbul. Imamoglu alla prova dei fatti

Istanbul - Una vittoria netta e convincente. La dimostrazione che la leadership dell'Akp, anche a Istanbul è in crisi e che il presidente della Repubblica, Recep Tayyip Erdogan, avrebbe fatto meglio ad accettare una sconfitta per poche migliaia di voti piuttosto che affrontare una Caporetto del genere. LE FOTO [gallery ids="1157540,1157543,1157539,1157538,1157547,1157549,1157550,1157562,1157564"]   Ekrem Imamoglu, imprenditore, 49 anni, è il nuovo sindaco…

Prova di forza di Trump. Anche la Guida Khamenei sotto sanzioni

È lo stesso presidente Donald Trump a convocare i giornalisti del Press Pool della Casa Bianca nello Studio Ovale per essere ripreso mentre firma l'ordine esecutivo con cui alzare nuove sanzioni contro l'Iran in risposta alla serie di incidenti di queste ultime settimane, culminati con l'abbattimento di un velivolo senza pilota americano sulle acque dello Stretto di Hormuz. LE SANZIONI CONTRO…

Lo zampino di Huawei nella Serbia alle prese col Kosovo

Non è ancora composta la nuova Commissione Europea che già si ritrova per le mani un altro dossier particolarmente impegnativo: il conflitto tra Serbia e Kosovo. L'ultimo episodio in ordine di tempo, è il nulla di fatto del vertice balcanico organizzato da Berlino e Parigi per tentare di appianare dissidi e stemperare tensioni. È saltato per volontà delle parti, lasciando…

Gli Usa tendono la mano ai militari del Venezuela. E abbracciano Guaidò

L’unione fa la forza. Soprattutto nella strategia contro il regime di Nicolás Maduro in Venezuela. Per questo, il capo del Comando sud delle Forze armate degli Stati Uniti, (SouthCom), l’ammiraglio Craig Faller, ha inviato una lettera ai militari venezuelani la sera di domenica 23 giugno. L’obiettivo della speciale missiva è stringere i legami tra i due eserciti, nonostante le molte differenze…

Infrastrutture critiche e blackout in Argentina, un evento raro (ma non troppo)

Un collasso al sistema elettrico avvenuto alle 7 a.m. ora locale del 16 giugno ha lasciato al buio oltre 50 milioni di persone in Argentina, Paraguay e parte del Cile per quasi 12 ore. Il blackout ha comportato una paralisi dei trasporti ferroviari, ma anche quelli stradali a causa del non funzionamento dei semafori e delle stazioni di rifornimento. Non…

Repubblica Ceca, così i fondi europei inguaiano Babis

Storica manifestazione a Praga. Domenica sera si è tenuta la più grande protesta nella Repubblica Ceca dalla caduta del comunismo 30 anni fa. I cittadini - più di 300mila - sono scesi in piazza esigere le dimissioni del primo ministro Andrej Babis, indagato per frode. I VALORI DEL 1989 L’appello per manifestare è partito dall’ong Un milione di momenti per…

Il governo si attrezzi. Valore ha previsto il lavoro del futuro

Come sarà il lavoro del futuro? Soprattutto occupazioni a disposizione e a supporto della comunità, e sarà basato sulla capacità di interfacciare l’intelligenza artificiale  (programmatori e psicologi) e alla relazione e gestione delle persone (infermieri e assistenti). Questo quindi presuppone che l’agenda di governo dei prossimi anni dovrà mettere al centro più che in passato una revisione del sistema educativo e…

P-Tech. Così Ibm spinge sull'economia digitale in Italia

Ibm annuncia l’avvio del programma P-Tech in Italia. Un innovativo modello educativo che, con la collaborazione del Politecnico di Bari, viene avviato in Puglia con quattro scuole superiori di Taranto. P-TECH ARRIVA IN ITALIA A partire da settembre, l'I.I.S.S. "Maria Pia", l'I.I.S.S. "Pacinotti", l'I.I.S.S. "Righi" e il Liceo Scientifico "Battaglini" di Taranto introdurranno il programma P-Tech in collaborazione con il…

Immigrazione: Trump ritarda i rimpatri e passa (per ora) la palla al Congresso

Donald Trump ha annunciato ieri di voler ritardare di due settimane un’operazione dell’Immigration and Customs Enforcement (Ice), finalizzata al rimpatrio di circa duemila famiglie di immigrati irregolari. Il presidente ha giustificato la mossa, affermando di voler consentire al Congresso la possibilità di trovare un accordo su una riforma dell’immigrazione. In tal senso, Trump ha dichiarato su Twitter: “Su richiesta dei…

Perché il Pil italiano cresce solo zero virgola. Intervista a Blangiardo (Istat)

Un Paese che invecchia, ma non cresce. È il severo bilancio che sembra tracciare l’ultimo rapporto annuale Istat. Che racconta un’Italia senescente, e ostile a chi oltre ogni calcolo vuole mettere al mondo un figlio. “C’è un problema di clima culturale – chiosa il presidente dell’istituto Gian Carlo Blangiardo in questa intervista a Formiche.net. Il secondo trimestre rischia di chiudersi…

×

Iscriviti alla newsletter