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“Livia. Una forza tranquilla”. Questo il titolo del ricordo firmato Paola Severini Melograni sulla moglie di Giulio Andreotti. Una video intervista realizzata per l’Istituto Luce che rientra nella serie de “Le Mogli della Repubblica” (riprendendo l’omonimo libro del 2005 edito da Marsilio). Una carrellata di ricordi che costituiscono un’epoca e restituiscono alla visione comune un documento di rara intensità.

Severini in una conversazione con Formiche.net tocca subito uno dei punti cardine che muoveranno l’appuntamento da lei stessa organizzato che si terrà venerdì 15 febbraio al Salone dei Picerni a Roma: “Livia è una donna dello scorso secolo. E, inevitabilmente porta con sé tutte le caratteristiche di una donna di un altro tempo. La buona educazione, la riservatezza e la signorilità”. Una descrizione a tutto tondo che punta i riflettori su una figura chiave per la storia politica italiana. D’altra parte, quella che sarà presentata venerdì è, come sottolinea Severini, l’unica intervista (sia video che cartacea) che Livia Danese abbia mai rilasciato in tutta la sua vita.

Nel corso degli anni Severini ha intervistato diverse mogli di statisti italiani: Linda D’Alema, Annamaria De Mita, Maria Pia Fanfani, Eugenia Goria, Luisa Morlino, Clio Napolitano, Carla Pertini, Flavia Prodi e Giulia Violante. Nomi che raccontano storie importanti ma che rappresentano in sé, come la stessa autrice ha voluto specificare, soprattutto la forza rivoluzionaria di un passato che insegna e resta vivido nella memoria collettiva. “Sono le mogli dei Presidenti dela Repubblica, del Consiglio, della Camera e del Senato. Non sono quelle di ministri e politici perché quando i loro uomini hanno preso l’incarico, questi sono diventati patrimonio di tutto il Paese e non solo di una fetta di elettorato”. E ancora, continua la giornalista: “Ed è importante ricordare che senza queste donne, i loro mariti non sarebbero diventati ciò che poi sono diventati”. Di queste interviste, patrimonio prezioso per la storia del nostro Paese, fino ad ora l’unica ad essere stata trasmessa sulla Rai è stata quella di Clio Napolitano.

Donne di età diversa, le più grandi sono appunto Livia Andreotti e Carla Pertini. Due donne di cui, oltretutto, si è sempre saputo poco e nulla. La loro natura estremamente riservata ha fatto da ponte con un futuro diverso, e allo stesso tempo più frivolo. Ed è qui che torna nelle parole di Severini il richiamo alla necessità di far tesoro dell’insegnamento di queste figure essenziali del passato.

“Probabilmente sulla figura di Andreotti si sta attuando nel corso del tempo una sorta di decantazione che, in automatico coinvolge anche Livia. Ho pensato dunque che per il centenario dalla nascita dello statista sarebbe stato bello poter scoprire e analizzare la figura che ha permesso la sua ascesa politica”, ha aggiunto Severini.

E ancora: “La figura di Livia descritta nel volume mi ha aiutato anche a ripercorrere la storia del voto alle donne. Venendo dal fascismo, ovviamente ha vissuto questo grande cambiamento, questo momento di rottura con il passato”. Ed è proprio per questo che possiamo dire che la figura della signora Andreotti rappresenti “il passato ma allo stesso tempo nasconda in sé una grande modernità”. Una spinta al progresso, dunque, e contemporaneamente volontà di ribadire quella che secondo Severini è la vera modernità attuale: “Comportarsi in modo dignitoso, civile e ben educato”.

Tanti gli aneddoti che escono dalla chiacchierata con la giornalista. Tra questi due danno il senso umano e quasi buffo per riuscire a descrivere Livia Andreotti. Nell’intimità di casa e dei discorsi privati Giulio e Livia si davano del lei, racconta Severini. E poi il rapporto privato tra lei e Livia, le cene e i cioccolatini regalati ai figli. Privato e pubblico; due aspetti di una donna del suo tempo che ha inciso fortemente nella storia dell’Italia.

 

Vi racconto la modernità di Livia Andreotti. Parla Severini

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