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Mal comune mezzo gaudio. Per Embraco arriva un salvataggio a metà, che comunque rappresenta una buona notizia per l’ormai ex controllata Whirlpool, alle prese con la messa in mobilità di oltre 500 lavoratori, il tutto finito al centro di una vertenza allo Sviluppo Economico (qui il focus di Formiche.net). La giapponese Nidec Corporation ha infatti raggiunto un accordo per acquistare da Whirlpool per 1,08 miliardi di dollari in contanti – pari a circa 0,88 miliardi di euro – le attività nei compressori di Embraco. Il tutto mentre la politica, quella italiana, traccheggia sulla formazione del nuovo governo. L’industria e il destino di decine di lavoratori, va avanti, le istituzioni, almeno per il momento, sono nell’impasse.

Tornando a Embraco, la transazione, e qui è l’altra faccia della medaglia, non include tuttavia la Embraco Europe, che ha sede a Riva di Chieri (Torino), soggetta “a un accordo separato con le autorità locali e i sindacati e per la quale Whirlpool si attende di “cessare le attività e terminare la produzione” nello stabilimento italiano.

“Come annunciato in precedenza”, precisa una nota Whirlpool, “prevede di cessare le attività e terminare la produzione presso lo stabilimento di Embraco, in Italia, che è soggetto a un accordo separato con le autorità locali e i sindacati. Pertanto, la struttura di Embraco Italia non è inclusa nella vendita a Nidec Corporation”.

Quartier generale in Brasile, la maggioranza di Embraco fa capo alla Whirlpool dal 1997. Il business impiega circa 11mila dipendenti in otto stabilimenti di produzione situati in Brasile, Italia, Cina, Slovacchia e Messico e ha uffici commerciali negli Stati Uniti e in Russia. Nell’esercizio 2017 ha contribuito per 1,3 miliardi di dollari alle vendite nette di Whirlpool. Il gruppo statunitense precisa di non attendersi che la transazione avrà impatto materiale sui risultati finanziari del 2018.

La notizia vola sopra le teste dei 497 lavoratori coinvolti nella procedura di licenziamento, ad oggi sospesa fino al termine del 2018, e che riguarda proprio lo stabilimento piemontese. Sul cui destino si sarebbe dovuto tenere un incontro in queste ore, ma che, per quanto rivelato da Uilm e Fiom, è stato spostato nei giorni scorsi al 17 maggio. Sul piano di reindustrializzazione della Embraco di Riva di Chieri i sindacati chiedono di accelerare: “Si tratta di una decisione inattesa  che potrebbe prefigurare un rallentamento nel progetto di rilancio dello stabilimento torinese che occupa 537 lavoratori e per il quale, al momento, ci sono solo indicazioni di massima ma nessuna conferma”.

Quanto a Nidec, si attende di rafforzare la propria presenza nel business dei compressori per la refrigerazione ed ampliare la gamma dei propri prodotti e la propria presenza globale. Inoltre, le sempre più stringenti regolamentazioni ambientali in regioni importanti come l’Europa, l’America e la Cina, stanno stimolando la domanda di compressori eco-consapevoli e a spazio ridotto, e i compressori avanzati di Embraco vanno incontro a richieste di questo genere.

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