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Mentre il Partito democratico continua la sua rivoluzione interna per capire come uscire dallo stallo in cui si trova e dall’altra parte il centrodestra tiene saldo il legame con l’alleato storico, la Lega di Matteo Salvini, ora al governo con i 5 Stelle, un sondaggio di Euromedia research anticipato da Formiche.net, si è occupato di capire lo stato di salute della classe dirigente agli occhi dei cittadini italiani. Secondo la rilevazione, svolta per iComunicatori di Elio Pangallozzi che sarà presentata a Roma con un parterre di esperti e rappresentanti istituzionali, i cittadini hanno poca stima della classe politica, pensano che l’onestà sia un’eccezione all’interno della classe dirigente e, a discapito dei partiti, la decisione su chi votare alle elezioni si basa sul leader politico più che sul partito di appartenenza.

LEADER E PARTITO

Come le ultime elezioni politiche hanno insegnato, e come la campagna elettorale permanente continua a mostrare, la figura del leader di partito trascinante continua ad essere essenziale per la riuscita elettorale. Matteo Salvini, infatti, è riuscito a trascinare la sua Lega dal 17% del 4 marzo a oltre il 30% dei consensi, e così il Movimento 5 Stelle ha mantenuto – seppure con qualche calo – una percentuale di consensi alta da accostare anche alla figura del leader Luigi Di Maio. Leader riconoscibili che trascinano al voto i cittadini, che, come conferma l’istituto di ricerca di Alessandra Ghisleri, sono essenziali nella formazione del giudizio da parte dei cittadini.

LA CLASSE POLITICA

La classe politica, in generale, viene infatti percepita come poco onesta. Se l’onestà, secondo il 43,2% degli intervistati, è un’eccezione – mentre per il 27,5% è, nel bene e nel male, lo specchio del Paese – i fattori su cui si basa il giudizio su un personaggio politico sono per il 30,8% dei cittadini la sicurezza e affidabilità, la fiducia (27%), la realizzazione di progetti (24,3%), la competenza (23,8%) e il linguaggio semplice (21,3%). “I cittadini vogliono un politico affidabile”, si legge nel report, con una buona reputazione che è formata, appunto da affidabilità e credibilità, “due facce della stessa medaglia”. “Un personaggio politico, per risultare affidabile – e quindi meritevole di fiducia da parte del cittadino – dovrà essere credibile, cioè le sue parole e le sue azioni dovranno essere concrete”.

DOVE SI INFORMANO I CITTADINI

Per i cittadini italiani la televisione resta ancora il principale mezzo di informazione per la formazione delle opinioni e dei giudizi. Il 58,8% degli italiani, infatti, si basa su quanto detto in trasmissioni tv e di approfondimento per farsi un’idea sul politico di turno. Subito dopo arrivano le interviste sulla carta stampata (47,7%) mentre è “solo” il 29% degli intervistati a informarsi attraverso i canali social dei politici, seguiti poi dalle interviste radio e dal rapporto diretto in comizi o eventi pubblici.

COSA PENSANO I POLITICI

E se il giudizio dei cittadini si basa sulla reputazione, che cosa significa proprio la reputazione per i politici? Secondo il 63% dei politici intervistati la reputazione è fatta di credibilità (63,6%) e poi a seguire affidabilità (18,2%), considerazione (9,1%), stima e Importanza (3%). Si nota, quindi, una sintonia tra cittadini e politici su cosa vogliono e cosa devono dare, malgrado ci sia da parte della classe politica, la consapevolezza di essere percepiti molto al di sotto della loro reputazione da parte dei cittadini. Se questa reputazione è quantificabile, lo è (secondo il 45,5% dei politici intervistati) basandosi su quanto siano state mantenute le promesse fatte in campagna elettorale. “Nonostante la consapevolezza dell’importanza di godere di una buona reputazione – si legge a conclusione della rilevazione -, la sensazione dell’attuale classe politica e dirigente italiana è quella di star facendo poco o nulla per migliorare la propria immagine nei confronti dell’opinione pubblica, ad esclusione di qualche tentativo nel miglioramento della trasparenza e della chiarezza”.

Cosa pensano gli italiani della classe politica. Il report di Euromedia research

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