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A leggere l’intervista concessa al Corriere della Sera dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, parrebbe che i problemi all’interno dell’episcopato italiano ci siano, eccome. Non sarà la spaccatura drammatica di cui s’è letto in questi giorni dopo le esternazioni del segretario generale mons. Nunzio Galantino, ma che non ci sia totale unità di vedute appare chiaro.

“LE POLEMICHE NON FANNO MAI BENE A NESSUNO”

Bagnasco lo fa trapelare, con un linguaggio meno spigoloso di quello proprio del numero 2 dell’organismo che guida da otto anni, rispondendo alle domande di Paolo Conti, ma una distonia sembra evidente. Si prenda la risposta data in merito al rapporto odierno tra la Cei e il mondo politico italiano, divenuto incandescente dopo le recenti dichiarazioni di Galantino sull’harem di cooptati e furbi e sulla incapacità del governo di far fronte all’arrivo dei migranti. “Le polemiche non fanno mai bene a nessuno: esasperano gli animi e deformano la realtà”, dice Bagnasco. “Mettere in evidenza alcuni aspetti problematici o critici non significa negare la complessità che è propria della vita, sia personale che sociale”. Ancor più netto quando commenta il presunto scarso impegno di Palazzo Chigi: “Vedo un notevole impegno delle prefetture, che cercano di comporre le giuste esigenze di chi accoglie e di chi è accolto”.

“MIGRANTI? LA QUESTIONE NON PUO’ ESSERE RISOLTA DAI SINGOLI PAESI”

L’arcivescovo di Genova, poi, ricorda a tal proposito il suo richiamo alle Nazioni Unite (e zero critiche al governo): “Ho fatto riferimento all’Onu, il massimo organismo di incontro politico-economico, non per depistare l’attenzione verso responsabili lontani e indistinti, ma perché il fenomeno con cui siamo chiamati a confrontarci è mondiale”. E ancora, “la tragedia di gente che muore dentro a una stiva, in una valigia, cacciata in mare è talmente grave e complessa che non può essere risolta né da un singolo Paese e neppure dall’Europa che, comunque, deve fare molto di più. La sede è a livello mondiale”.

“HO CONDIVISO SCELTA DI GALANTINO DI NON PARTECIPARE AL CONVEGNO”

Bagnasco non si sottrae neppure dal commentare la decisione di mons. Galantino di disertare il convegno su De Gasperi, occasione nella quale avrebbe dovuto tenere una lectio magistralis. Sibilline le parole del porporato: “Monsignor Galantino mi ha telefonato da Trento per condividere la sua meditata intenzione di inviare il testo della relazione, evitando di partecipare di persona al convegno. Gli ho espresso il mio pieno accordo e il mio apprezzamento per tale scelta”.

NESSUNA OFFESA, SOLO “STIMOLI”

Quanto al “malessere di numerosi vescovi verso le posizioni” del già vescovo di Cassano allo Jonio, Bagnasco chiarisce che “è sempre improprio estrapolare una frase dal contesto in cui è pronunciata. Sono convinto che l’intenzione del segretario generale non sia stata di offendere qualcuno, ma di stimolare il mondo politico a progredire nell’analisi puntuale dei problemi della gente e a decidere provvedimenti efficaci ed equi”.

“NON CI APPARTENGONO LE CONTRAPPOSIZIONI CHE SI LEGGONO”

In proposito poi alle divisioni, il presule aggira l’ostacolo, spiegando che “sono schemi che rispondono a categorie più sociologiche che ecclesiali. La Chiesa in tutte le sue espressioni, quindi anche le conferenze episcopali, è dentro a una storia che si arricchisce del magistero e della fede del popolo di Dio”. In ogni caso, “ai vescovi italiani non appartengono certe contrapposizioni che si leggono. Lo dice la nostra storia di fedeltà piena e di collaborazione cordiale ai papi, alle loro indicazioni sia dottrinali che pastorali”.

MIRINO SULLE UNIONI CIVILI

Sulle riforme dell’esecutivo guidato da Matteo Renzi, Bagnasco dice: “Non tocca a me un giudizio puntuale di questo tipo, poiché implica competenze tecniche specifiche”. Canovaccio ben diverso da quello adoperato dal segretario generale, anche quando si va a toccare un tema sensibile come quello relativo alle unioni civili, contro le quali Galantino s’era scagliato (venendo ugualmente tirato in ballo dal leader del movimento neocatecumenale, Kigo Arguello, durante la manifestazione dello scorso giugno a Roma). Bagnasco sposta il fronte della contesa su tale (apertissima) questione, affermando che “la Chiesa non è contro nessuno. Crede nella famiglia quale base della società, presidio dell’umano e garanzia per vivere insieme; la famiglia come è riconosciuta dalla nostra Costituzione e come corrisponde all’esperienza universale dei singoli e dei popoli: papà, mamma, bambini, con diritti e doveri che conseguono il patto matrimoniale. Applicare gli stessi diritti della famiglia ad altri tipi di relazione è voler trattare allo stesso modo realtà diverse: è un criterio scorretto anche logicamente e, quindi, un’omologazione impropria”.

Tutte le (soavi) prese di distanze di Bagnasco da Galantino

A leggere l’intervista concessa al Corriere della Sera dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, parrebbe che i problemi all’interno dell’episcopato italiano ci siano, eccome. Non sarà la spaccatura drammatica di cui s’è letto in questi giorni dopo le esternazioni del segretario generale mons. Nunzio Galantino, ma che non ci sia totale unità di vedute appare chiaro. "LE…

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