Skip to main content

Tornare sulla Luna potrebbe richiedere più tempo del previsto. La Nasa ha infatti annunciato di aver deciso di rimandare il lancio della missione Artemis 2 a settembre 2025, un rinvio che probabilmente farà slittare anche la successiva missione Artemis 3, prevista per settembre 2026. Rimane invece confermata Artemis 4 nel 2028. Il lancio, che avrebbe dovuto avvenire nel corso di quest’anno, è stato rimandato per garantire la sicurezza degli astronauti, come spiegato dall’amministratore della Nasa, Bill Nelson: “La sicurezza è la nostra priorità assoluta, e per questo daremo al team di Artemis più tempo per affrontare le sfide legate allo sviluppo, alle operazioni e all’integrazione”.

Ritorno sulla Luna

Del resto, l’ambizione del programma Artemis non è solo quella di riportare “il prossimo uomo e la prima donna” sulla superficie del nostro satellite, ma di restarci costruendo una presenza permanente sulla superficie e intorno alla Luna. Il programma prevede anche di assemblare una stazione spaziale, Lunar Gateway. L’obiettivo principale è il Polo Sud lunare, dove si trova ghiaccio che può essere raccolto e poi trasformato in carburante per i razzi. Finora, a esclusione delle missioni Apollo (che comunque erano toccate e fughe) tutte le attività umane nello spazio si sono svolte in orbita terrestre bassa, sotto i duemila chilometri. La distanza media della Luna dalla superficie terrestre è di 384mila chilometri. Sebbene la missione Artemis 2 preveda “solo” di orbitare intorno al satellite, senza allunare, si tratta comunque del primo passo di una missione molto più ambiziosa e complessa.

La missione

La missione Artemis 2 prevede che gli astronauti arrivino in orbita intorno alla Luna a bordo della navicella Orion, senza allunare, come test per verificare la prontezza dei sistemi di supporto vitale dell’astronave, anche per missioni di lunga durata. Il volo verso il satellite durerà circa dieci giorni, e sarà un banco di prova per testare le capacità della Nasa nell’esplorazione umana dello spazio profondo. Il gigantesco razzo Space launch system e la navicella Orion, per la prima volta con astronauti, apriranno così la strada alle missioni sulla superficie lunare. “Artemis rappresenta un balzo in avanti nell’esplorazione spaziale, in quanto si tratta del primo equipaggio lunare in oltre 50 anni. I nostri astronauti getteranno le basi per le future missioni sulla superficie lunare. Dalla scoperta scientifica all’ispirazione di una nuova generazione, siamo sulla buona strada per un viaggio straordinario”, aveva detto ad agosto Nelson.

Un ritardo preventivato

La notizia dello slittamento, inoltre, non è una novità in realtà, e sospetti di un possibile ritardo si erano avuti già durante l’estate 2023. La prima missione senza equipaggio di Artemis 1 è stata infatti un successo, ma l’analisi dello scudo termico della capsula Orion, quella che ospita l’equipaggio umano, ha dimostrato come questa protezione fosse più erosa del previsto. Questo, unito ad altre preoccupazioni per la sicurezza degli astronauti, sono stati fattori che hanno sempre fatto ritenere possibile uno slittamento della missione per permettere ai tecnici di apportare le adeguate correzioni. Altri dubbi hanno riguardato i ritardi accumulati da parte della SpaceX di Elon Musk nello sviluppo del prototipo di razzo Starship, scelto dalla Nasa per portare l’equipaggio sul suolo lunare. Un volo di prova orbitale dello Starship lo scorso aprile si è concluso infatti con una drammatica esplosione. Tuttavia, per non puntare soltanto su un unico progetto (con tutti i rischi annessi), la Nasa ha affidato a un consorzio guidato dalla Blue Origin di Jeff Bezos, lo sviluppo di un secondo veicolo.

La rincorsa di Pechino

Nonostante lo slittamento fosse sempre stato una possibilità concreta prevista dalla Nasa, il ritardo lascia aperte le preoccupazioni, sottolineate sempre da Nelson in estate, che un eccessivo rallentamento delle missioni possa portare a un sorpasso di Pechino. “Non voglio che la Cina arrivi al Polo Sud lunare con un equipaggio umano prima di noi e ci dica: questo è nostro, state lontani, come hanno fatto costruendo strade e basi militari sulle Isole Spratly, nel Mar Cinese Meridionale”, aveva raccontato il numero uno della Nasa. La Cina, infatti, sta procedendo con lo sviluppo di due razzi super pesanti per missioni con equipaggio e lanci di infrastrutture verso il satellite naturale terrestre. Secondo le previsioni di Pechino, i nuovi lanciatori saranno progettati per permettere al Dragone di effettuare atterraggi lunari a breve termine prima del 2030 e di inviare grandi infrastrutture sulla Luna negli anni successivi.

La Nasa rinvia di un anno la missione Artemis. E intanto Pechino…

La Nasa ha deciso di rimandare il lancio della missione Artemis 2 a settembre 2025 per permettere ai tecnici di apportare le adeguate correzioni ai sistemi di sicurezza della capsula Orion, quella che ospiterà l’equipaggio umano in viaggio verso la Luna. Un ritardo che era già nell’aria ma che riaccende le preoccupazioni su un possibile sorpasso della Cina

Il mondo al voto, noi al fianco dell’Ucraina! Scrive Bentivogli

La politica estera è matrice della politica interna e disvela spesso le strategie e le intenzioni di fondo. La campagna elettorale globale è appena iniziata e chi crede nella democrazia, nel rispetto dei diritti e della dignità della persona non può permettersi di fare da spettatore. L’intervento di Marco Bentivogli

CO2, tassare per competere. La svolta europea e l’impatto sul mondo

Chi esporta verso l’Unione europea ha appena iniziato a comunicare le emissioni dietro ai propri prodotti. È un passo cruciale per l’avvio della tassa Ue di adeguamento del carbonio alla frontiera. Il suo arrivo ha fatto irrigidire partner e rivali, ma sta anche iniziando a cambiare le carte in tavola e avvicinare la prospettiva di un mercato globale delle emissioni

Una giusta e una sbagliata. Le mosse Ue di Salvini secondo Mayer

All’Italia non servono candidature di bandiera che si dimettano il giorno dopo ma persone che intendano impegnarsi seriamente per cinque anni come parlamentari europei. Sul generale, invece… L’opinione di Marco Mayer

Telefonate da Roma e sherpa negli Usa. È iniziato il G7 italiano

In questi giorni il ministro Tajani ha sentito gli omologhi del forum (manca solo la tedesca Baerbock) dopo l’inizio della presidenza di Roma. A Washington c’è l’ambasciatore Ferrari, che si occupa del dossier a Palazzo Chigi

Usa e Cina riprendono i colloqui di militari. Ecco perché è una buona notizia

Dopo oltre un anno di gelo, riprendono gli incontri annuali tra funzionari militari statunitensi e cinesi. A Washington il primo incontro dopo lo stop del 2022. Al di là dei singoli temi sul tavolo, per il Pentagono è fondamentale mantenere aperte le comunicazioni, per evitare che gli incidenti si possano trasformare in una escalation fuori controllo

Minerali critici, così la Norvegia apre la nuova frontiera dell'estrazione oceanica

Il Parlamento norvegese ha dato il via libera per la concessione delle licenze alle compagnie interessate allo sfruttamento dei fondali oceanici. Una proposta del governo, che vuole posizionare il paese al centro della corsa ai minerali e metalli necessari per la decarbonizzazione. Sarebbe un primo, importante precedente in una pratica ritenuta controversa dalla comunità scientifica…

Lo zampino di Teheran nella crisi tra Hamas e Israele. L'opinione di Scurria

Di Marco Scurria

Accusare Israele di volere intensificare il conflitto rappresenta un capovolgimento della realtà: è Hamas che coinvolge i civili, in una guerra che da mesi sta danneggiando la popolazione palestinese, mentre il regime iraniano da anni lavora per colpire lo stato ebraico su tutti i fronti possibili. Ospitiamo l’opinione del senatore di Fratelli d’Italia Marco Scurria

Doppio appuntamento a Bruxelles. Nato e Ue parlano di Ucraina

La capitale belga ospita oggi due importanti meeting fondamentali per l’invio degli aiuti al Paese invaso dalla Russia. Mentre in sede Nato il tema principe è quello dei sistemi anti-aerei, in sede europea si cerca di sbloccare il pacchetto da 50 miliardi. Ungheria permettendo

Come superare le criticità del cambiamento climatico. Scrive Marco Casini

Di Marco Casini

Cresce sempre più la necessità di politiche e programmi condivisi da parte di governi, istituzioni e aziende per combattere il cambiamento climatico e accelerare il cammino verso la transizione ecologica. Il commento di Marco Casini, segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale

×

Iscriviti alla newsletter