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La prima donna premier italiana, Giorgia Meloni, e la prima presidente dell’Ungheria Katalin Novák si incontrano domani a Palazzo Chigi.

La 44enne ungherese, ex vicepresidente di Fidesz e già ministro della Famiglia, è il capo di Stato più giovane di sempre. Conservatrice, fautrice di politiche per la famiglia e filo atlantista, è madre di tre figli ed è una calvinista: mira a invertire la tendenza del tasso di natalità ungherese al drastico calo degli anni ’80. L’esperienza internazionale e le competenze multilingue (parla francese, inglese, tedesco e spagnolo) fanno di lei un soggetto politico a suo agio nelle occasioni internazionali.

Chi è

Laureata in economia a Budapest si è poi specializzata a Sciences-Po e nel 2019, sotto il governo Macron, è stata insignita della Legion d’onore francese per sforzi per promuovere la comunità francofona. Ha iniziato la sua carriera politica nel 2001 durante il primo governo Orbán. Il primo passo, una volta insediatasi nel maggio del 2022, è stato quello di condannare la guerra in Ucraina come un’aggressione di Putin, specificando che l’Ungheria in quanto membro dell’Ue e della Nato non è neutrale e sta dalla parte delle vittime.

Kiev

“Condanniamo l’aggressione di Putin, l’invasione armata di uno Stato sovrano – ha osservato – diciamo eternamente no a ogni sforzo volto alla restaurazione dell’Unione Sovietica, questa guerra non è la nostra guerra, ma questa guerra è combattuta anche contro noi ungheresi amanti della pace. Desideriamo sicurezza, rispetto reciproco e prosperità. Chiediamo che i crimini di guerra siano indagati e puniti”.

Lo scorso 27 novembre ha visitato Kiev e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky con altri leader europei e ha visitato le comunità etniche ungheresi in Transcarpazia. L’occasione era il vertice sui cereali dall’Ucraina a Kiev insieme ai primi ministri di Polonia, Belgio e Lituania. “La responsabilità di Vladimir Putin per questa guerra è cristallina”, disse.

In occasione del discorso di fine anno ha detto che la Nato dovrebbe rimanere fuori dal conflitto in Ucraina e che dopo l’anno di guerra dovrebbe venire l’anno della pace. Più volte il premier Orban, riconfermato lo scorso aprile, e il suo governo al potere Fidesz, hanno attaccato le sanzioni occidentali in quanto simili a quelle dell’Ue che “si spara al polmone”. Orban ha inoltre negoziato ampie esenzioni per il suo Paese, come quella sul boicottaggio del petrolio russo.

Bruxelles

Circa il rapporto con Bruxelles la sua tesi, pubblicamente diffusa, è che volte bisogna “andare al muro contro muro, o addirittura sfondarlo, oppure controllare se c’è una porta sul muro. Se la porta è chiusa, girare la maniglia. Se la porta ancora non si apre, per vedere se c’è una chiave nella serratura. Se non c’è la chiave lì, vale la pena cercare qualcuno che potremmo conoscere che potrebbe essere disposto ad aprirci la porta”.

Obiettivo Famiglia

Le sue politiche pro famiglia nascono dalla decisione del governo nel 2015 di ovviare ai problemi di denatalità attraverso i bambini ungheresi, invece di favorire i migranti. Per questa ragione il Primo Ministro le affidò il pacchetto di misure per il cambiamento demografico e in seguito il ministero della Famiglia. Ha attivato misure ad hoc come l’assegno abitativo per le famiglie, l’assegno per la cura dei figli, l’assegno per la ristrutturazione dell’abitazione e l’esenzione dall’imposta sul reddito per le madri di quattro figli.

Ha avuto numerosi ruoli in enti e istituti che si occupano del ruolo femminile nella società ungherese, come quello di ambasciatore del Reformed Charity Service, vicepresidente dell’Unione internazionale delle donne democratiche, oltre che fondatrice e presidente del Club Donne per l’Ungheria e del Movimento Donne per la nazione ungherese.

Chi è e cosa pensa Katalin Novák, presidente ungherese. L'incontro con Meloni

Conservatrice, fautrice di politiche per la famiglia e filo atlantista, ha da subito condannato l’aggressione di Mosca a Kiev: “L’Ungheria in quanto membro dell’Ue e della Nato non è neutrale e sta dalla parte delle vittime. La responsabilità di Vladimir Putin per questa guerra è cristallina”

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