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La dura nota del gruppo Arcelor Mittal sull’ultima versione del decreto crescita chiarisce molto bene il clima che si respirerà nei prossimi mesi intorno ai dossier più importanti per l’economia italiana.

Un clima che rischia di acuire le tensioni all’interno della maggioranza, per il semplice fatto che risulta ormai chiaro a tutti che Lega e M5S stanno manovrando di vela e timone per avviarsi su rotte diverse.

Da un lato la Lega attenta ai bisogni delle imprese e concentrata sugli aspetti fiscali, dall’altro il movimento che guarda con nostalgia alle battaglie ambientali e di legalità (si leggano con attenzione le parole di Alessandro Di Battista in queste ore, spalleggiate apertamente da Massimo Bugani, braccio destro di Davide Casaleggio): due Italie per molti versi differenti e (forse) inconciliabili.

Dice Arcelor Mittal: senza le tutele giuridiche in essere al momento del contratto (2017) non potremo fare sino in fondo la nostra parte.

Risponde il Mise (quindi Di Maio): non si lamenti troppo l’azienda, perché già da mesi conosce la volontà del governo di metter mano a quelle norme ritagliate su misura.
In mezzo però c’è la realtà, che vede gli impianti tutt’oggi sfruttati solo in parte (già è previsto massiccio utilizzo di cassa integrazione), i lavori di ammodernamento a tutela dell’ambiente avviati ma non conclusi, la tensione in città (Taranto) sempre sull’orlo di esplodere.

Questo in Puglia, dove peraltro rimane da completare Tap, su cui anche gli americani hanno molto insistito a Washington negli incontri con Salvini appena conclusi.
Poi c’è Tav, con il suo estenuante balletto di dichiarazioni.

E c’è Alitalia, dove la soluzione più credibile sul piano industriale passa per l’accordo con il gruppo Atlantia (primo azionista di Aeroporti di Roma), che però è lo stesso gruppo cui Toninelli e Di Maio hanno fatto intravedere la revoca delle concessioni autostradali dopo la tragedia del Ponte Morandi.

E c’è (in sovrappiù) un decreto sblocca cantieri che i costruttori (Ance in testa) considerano poco più che aspirina, mentre il paziente (cioè il settore dell’edilizia e delle opere pubbliche) avrebbe bisogno di una cura da cavallo.

L’elenco potrebbe continuare, ma è già più che sufficiente per chiarire la posta in gioco, peraltro nelle settimane in cui il premier Conte ed il ministro Tria sono chiamati a fare i conti con Bruxelles ed i mercati finanziari, tutti soggetti desiderosi di capire le reali intenzioni del governo italiano.

Siamo solo a metà giugno, ma possiamo già rubare ai Righeira il loro titolo più gettonato (1985), cioè “L’Estate sta finendo”. L’autunno caldo è già iniziato e si annuncia al calor bianco.

L’autunno caldo? È già iniziato

La dura nota del gruppo Arcelor Mittal sull’ultima versione del decreto crescita chiarisce molto bene il clima che si respirerà nei prossimi mesi intorno ai dossier più importanti per l’economia italiana. Un clima che rischia di acuire le tensioni all’interno della maggioranza, per il semplice fatto che risulta ormai chiaro a tutti che Lega e M5S stanno manovrando di vela…

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