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Il generale Khalifa Haftar procede spedito verso l’obiettivo. Da quanto si legge in un’editoriale pubblicato dal quotidiano algerino El Watan, l’uomo forte della Cirenaica è riuscito a prendere il controllo della maggior parte del sud della Libia, imponendo la propria “legge” anche agli avversari del governo di Accordo nazionale di Tripoli. Anche da parte di Ahmed Maiteeg, poi, ci sarebbe stato l’appoggio alla campagna militare condotta dall’Lna. Anche se quest’ultimo avrebbe comunque chiesto ad Haftar di non sfruttare politicamente la sua vittoria.

Il capo delle Guardie petrolifere libiche che controllano il sito petrolifero di al Sharara ha annunciato di aver consegnato ufficialmente il compito della messa in sicurezza del sito e i posti di guardiani al comando generale dell’esercito di Haftar. In un comunicato si afferma di “aver predisposto un piano per la messa in sicurezza del sito di al Sharara che è entrato in vigore ieri”. Si sottolinea inoltre che “l’esercito nazionale non ha ostacolato il processo di produzione e per questo chiediamo alla National Oil Corporation di rimuovere lo stato di forza maggiore da al Sharara e riprendere a produrre greggio”.

Una vittoria che, sempre secondo il quotidiano algerino, sarebbe stata portata a termine “senza la minima resistenza”. Fattore che inevitabilmente spaventa i suoi avversari e allo stesso tempo, proprio a causa di possibili conseguenze politiche, fa drizzare le orecchie alla comunità internazionale che, nonostante tutto, si vede costretta ad “accogliere questi risultati”.

Intanto il portavoce dell’autoproclamato Esercito nazionale libico, Ahmed al Mismari, ha annunciato che militari “stanno conducendo una violenta battaglia a sud di Sebha”, nel Fezzan contro le milizie ribelli provenienti dal Ciad e i gruppi jihadisti. E ancora: “Riusciremo a cacciare tutte queste bande e la prima fase del nostro piano è riuscita con successo in breve tempo”. Al temine di questa battaglia “le nostre forze si sposteranno direttamente lungo il confine per assumerne il controllo”.

Sul fronte italiano arrivano le parole del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, alla luce anche del colloquio tra l’ambasciatore italiano Giuseppe Buccino Grimaldi e il generale Haftar: “Noi intendiamo dialogare con tutti gli interlocutori del quadro libico, che è estremamente frastagliato. L’ambasciatore aveva già incontrato gli esponenti del governo riconosciuto dalla comunità internazionale, ora sta incontrando gli altri”. E alla domanda se sia stata riscontrata una volontà di continuare a dialogare per la pacificazione con il generale della Cirenaica, Moavero ha detto: “Per quanto di nostra comprensione sì. Per ora noi riscontriamo segnali di disponibilità”. “Adesso molto dipende dall’evoluzione della messa in opera del piano dell’inviato dell’Onu Salamè. La stabilizzazione del Paese è la premessa indispensabile per poi svolgere delle elezioni che siano riconoscibili come valide dalla comunità internazionale”.

E mentre ieri un gruppo di parlamentari libici è giunto a Sebha, nel sud della Libia, per manifestare il proprio sostegno alle forze del generale Khalifa Haftar presenti nella zona, il presidente del parlamento libico, Aguila Saleh, ha ricevuto sempre nella giornata l’inviato speciale delle Nazioni Unite in Libia, Ghassan Salamè per discutere “degli ultimi avvenimenti che riguardano la Libia e come porre fine alla crisi che sta attraversando il Paese”. Da parte di Saleh, in particolar modo, c’è stata la richiesta di “accelerare i tempi avviando le elezioni presidenziali e parlamentari al più presto possibile”.

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