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“Divisione, ma non rottura”. “Teniamo il tavolo, ma ci prepariamo alla mobilitazione”. Così si possono riassumere le due posizioni rappresentate ieri rispettivamente dai vertici degli imprenditori e da quelli dei sindacati metalmeccanici. Le parti si sono incontrate nel salone G del palazzo di Confindustria a Roma, in occasione dell’ultimo incontro a delegazioni ristrette, previsto in agenda, prima di quello in seduta plenaria che ci sarà martedì prossimo. Bisognava affrontare le questioni contrattuali relative agli appalti, al congedo parentale, alla Legge 104 (che pianifica le giornate di permesso a disposizione del lavoratore,ndr) e al salario, ma proprio quest’ultimo tema ha fatto la differenza. E’ successo appena dopo che si sono esaminati gli altri  punti all’ordine del giorno. Allo stato delle cose il Ccnl di categoria non si può a rinnovare proprio per le posizioni diverse che continuano ad esserci tra Federmeccanica-Assistal da una parte e quelle di Fim, Fiom, Uilm, dall’altra.

LA PIATTAFORMA DI FEDERMECCANICA

La piattaforma degli imprenditori metalmeccanici prevede aumenti in busta paga dal 2017 e solo per quei salari non allineati alla soglia del minimo di garanzia per 37,31 euro mese, concentrando gli incrementi di retribuzione nella contrattazione aziendale.“Ci abbiamo riflettuto – ha detto Stefano Franchi, direttore generale di Federmeccanica – nel tempo di trattativa trascorso finora e lo schema presentato, a partire dal salario, ci è parso equilibrato e sostenibile. Sul salario coi sindacati ci sono idee e posizioni diverse; noi pensiamo di aver dato risposte importanti. Vogliamo assolutamente aumentare i salari ma ridistribuendo la ricchezza quando la si produce. Il 15 accadrà quello che accadrà. Noi vogliamo continuare il dialogo, non ci fermeremo. Andiamo avanti. C’è sempre tempo per trovarci d’accordo. Non vogliamo rompere il negoziato perchè il confronto è un valore di per sé che va unito ad uno spirito costruttivo. Si tratta di una linea condivisa da tutta Federmeccanica”.

IL PARERE DEI SINDACATI

Di parere diametralmente opposto il pensiero dei sindacati metalmeccanici,dato che, a loro giudizio, il salario minimo di garanzia non permetterebbe di erogare aumenti a livello nazionale ed allineerebbe le retribuzioni al di sotto del minimo suddetto, per concentrare gli incrementi in busta paga solo con la contrattazione aziendale. In questo modo, gli aumenti erogati dal livello nazionale riguarderebbero solo il 5 per cento dell’intera platea interessata dal rinnovo contrattuale.

COSA HA DETTO BENTIVOGLI

Duro Marco Bentivogli, leader della Fim, nei confronti della delegazione degli imprenditori: “Siamo all’anticamera della frattura. Dopo cinque mesi non si può continuare a rileggere ciascuno la propria posizione. E se Federmeccanica non muta la proposta è chiaro che bisognerà calendarizzare uno sciopero. La proposta immutata contiene elementi di insostenibilità e contraddizione: il 95 per cento della categoria si sgancerebbe dal contratto nazionale e scaricherebbe le proprie tensioni sul livello aziendale; la stessa produttività, a cui punta la contrattazione aziendale, non si realizzerebbe”.

LE PAROLE DI PALOMBELLA

Ancor più perentorio Rocco Palombella, segretario generale della Uilm,convinto che serva il coinvolgimento dei lavoratori per convincere gli industriali meccanici, ipotizzando attivi unitari ed uno sciopero: “Dopo dodici incontri in cui ci siamo ritrovati a questo tavolo –ha affermato- non siamo stati in grado di raggiungere un’intesa. Tra aggiustamenti e arretramenti siamo rimasti fermi a quanto ci è stato presentato lo scorso 22 dicembre. Quindi, oggi non ci è consentito apprezzare la proposta della controparte. Nella sostanza, a parte gli spot, in caso di rinnovo ai lavoratori andrebbero benefici tra i 13 e i 14 euro derivanti per una metà dal fondo Cometa e dall’altra da quello sanitario meta Salute. Inaccettabile e non possiamo fare un contratto per questa cifra. Insomma, una valutazione negativa su tutti i fronti”.

LA BATTUTA DI LANDINI

Maurizio Landini, segretario generale della Fiom ha esordito con una battuta rivolta agli imprenditori: “Se dovete riflettere per confermare la proposta iniziale, così come avete fatto,non riflettete più, altrimenti il contratto non si fa. La proposta ricevuta ha effetti limitati e mescola cose che fino ad oggi sono state separate per precisa volontà delle parti, cioè il livello nazionale con quello aziendale. Al momento non ci sono le condizioni per fare un contratto”.

I DOCUMENTI

Anche i documenti sindacali pubblicati dai rispettivi siti ufficiali non lasciano spazio a dubbi.”Sul salario siamo fermi al 22 dicembre – si legge sulla “home page” della Fimnon si è fatta e non si sta facendo la trattativa. Nessun passo in avanti, è solo passato inutilmente del tempo e questa è una responsabilità tutta a carico di Federmeccanica. La loro proposta salariale contiene una serie di gravi contraddizioni e incoerenze. Si parla di salario di garanzia, ma l’unica garanzia è che gli aumenti vanno solo al 5 per cento dei lavoratori metalmeccanici”.

LA NOTA DELLA UILM

“Federmeccanica e l’Assistal – conferma la nota della
Uilm – hanno riconfermato l’impostazione già presentata nei precedenti incontri: la previsione di un aumento contrattuale solo per coloro che sono ai minimi contrattuali, escludendo il 95 per cento dei metalmeccanici, cioè tutti coloro che hanno voci retributive derivanti da contratto aziendale o da superminimi individuali. La delegazione sindacale ha riconfermato che questa impostazione è inaccettabile e rende di fatto nulle anche le “aperture interessanti” che la Controparte ha illustrato su alcuni dei temi oggetto di approfondimento. Questo rischia di compromettere anche l’esito dell’incontro del 15 marzo e, per questo, la Uilm ha invitato la controparte a modificare la propria impostazione”.

IL COMUNICATO DELLA FIOM

“La Fiom ha detto a Federmeccanica – recita il comunicato dei metalmeccanici della Cgil – che il ‘rinnovamento’ da loro proposto in realtà propone un nuovo modello contrattuale che cancella i due livelli di contrattazione, quello nazionale e quello aziendale:cancella, con gli assorbimenti, quanto contrattato nel passato e quanto verrà contrattato nel futuro in azienda;non prevede che il salario dei metalmeccanici aumenti anche con il contratto nazionale. Questo da noi non è condiviso e non porta a una intesa sul contratto nazionale. Se si vuole fare il contratto bisogna individuare delle mediazioni e delle soluzioni che prevedono un cambiamento a partire dal salario. Qualora Federmeccanica confermasse le posizioni espresse negli incontri in ristretta nel prossimo incontro in plenaria del 15 marzo, la delegazione trattante dovrá valutare unitariamente quanto emerso sino a oggi in trattativa ed essere conseguente nel programmare la nostra iniziativa per far cambiare le posizioni al tavolo di trattativa. Al termine dell’incontro i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm hanno unitariamente deciso diversificare entro il 15 marzo gli spazi per un giudizio complessivo e una valutazione comune di Fim, Fiom e Uilm sullo stato della trattativa e sulle necessarie forme di mobilitazione”.

I PROSSIMI APPUNTAMENTI

Lunedì 14 marzo  Marco Bentivogli, Maurizio Landini e Rocco Palombella si incontreranno nel palazzo romano di corso Trieste per tentare di mettere insieme un giudizio condiviso sul negoziato e sui singoli punti di contrasto. Una valutazione che sarà poi portata al tavolo di confronto del giorno dopo. In quell’occasione, se si dovessero registrare posizioni immutate  da parte di Federmeccanica, i sindacati riuniranno, per la prima volta dopo 8 anni le segreterie unitarie per convocare gli attivi regionali.

LO SCENARIO

E’ possibile, quindi, che i tre sindacati metalmeccanici al termine dell’incontro con Federmeccanica-Assistal di martedì prossimo arrivino a parlare con una voce sola, ovvero con un unico comunicato che potrà annunciare probabilmente assemblee e mobilitazioni da tenersi in modo unitario per quel che rimane del mese di marzo in poi.

LE RICADUTE IN CONFINDUSTRIA

E’ bene ricordare che da qui al 31 marzo si svolgeranno le grandi manovre per la nuova leadership in Confindustria. E’ intanto “caccia aperta” ai 99 voti necessari in consiglio generale di Confindustria per conquistare la presidenza di viale dell’Astronomia.Il nuovo leader sarà designato formalmente da un consiglio generale straordinario il 17 marzo. Il presidente in pectore presenterà programma e squadra il 28 aprile. Tempo un mese e il 26 maggio in occasione dell’assemblea annuale il nuovo presidente verrà poi eletto. Sono rimasti in lizza il napoletano Vincenzo Boccia ed il bolognese Alberto Vacchi.Non è un mistero che Federmeccanica, come ha confermato oggi il dg Franchi, rimanga schierata a favore di Vacchi. Anche l’esito finale della competizione per la successione a Giorgio Squinzi potrà avere delle ricadute sul rinnovo contrattuale delle tute blu, ora fortemente unite tra di loro e tanto distanti dagli imprenditori del settore.

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